Chi più, chi meno, quasi tutti almeno una volta nella vita abbiamo provato un videogioco, una forma di intrattenimento diversa che unisce cinema, musica, teatro e letteratura con la forma unica dell’interazione.
Secondo un sondaggio compiuto insieme a CDiN, la percentuale degli italiani che abitualmente usano i videogame sfiora il 40%. Che sia su smartphone – la maggioranza – o su pc o console, in tutto il mondo il 33% dei terrestri si dedica ai giochi elettronici.
Tradotto in soldoni, parliamo di un mercato che nel solo Belpaese genera qualcosa come 1,7 miliardi di euro. Non parliamo di un’industria giovane, ma se l’anno di nascita “ufficiale” si può far risalire al 1972 (quando Atari mise in commercio Pong), il fenomeno di massa inizia 35 anni dopo, nel 2007. Da un lato Nintendo aveva lanciato il Natale precedente la Wii, prima console con cui “comandare” i giochi con movimenti naturali del corpo, dall’altro Steve Jobs presentò il primo modello di iPhone.
Oggi gli smartphone da soli generano un valore economico di 70,3 miliardi di dollari nel settore dei videogame.
I bergamaschi sono allineati a questi numeri? Decisamente sì. Secondo il nostro sondaggio, al quale hanno risposto lettori tra i 18 e i 40 anni (46% donne, 54% uomini), solo una persona ogni venti si dichiara “non gamer”.
Di questi campionati, il 67% dichiara di passare del tempo con i proprio figli grazie ai videogiochi.
Per usufruire di questi videogame, i bergamaschi che hanno risposto al sondaggio passano soprattutto da applicazioni (18%) o da console (10%).
I giochi più venduti? GTA V, Call of Duty. Fifa 20 e Tekken 7.
Non è un caso se la prima città del gaming è sorta proprio a Bergamo all’eSport Palace di via Giosuè Carducci, una vera e propria community degli amanti dei videogiochi che attira sotto le Mura venete centinaia di appassionati ogni anno.
Del mondo dei videogiochi abbiamo parlato con Dino Lanaro, conduttore tv, attore e doppiatore (anche di giochi di successo).
commenta