Bergamo riparte: lunedì 18 maggio è il giorno che segna la riapertura di tutte le attività, anche in quella Lombardia messa in ginocchio dal Covid-19 nei mesi di marzo e aprile.
Possono alzare la serranda dopo quasi tre mesi di chiusura i parrucchieri, i centri estetici, i bar, i negozi di abbigliamento. E possono riprendere ad essere operativi a pieno regime anche i ristoranti: non sono delivery e take away, da lunedì i clienti hanno via libera per tornare a mangiare nei locali.
Non tutti, però, hanno deciso di riaprire da subito le porte dei ristoranti. C’è chi lo farà dopo aver ripensato gli spazi per far rispettare le norme di sicurezza indicate da scienziati e amministratori, e c’è pure chi ha deciso di continuare a tener chiuso puntando, per ora, solo sulle consegne a domicilio.
C’è chi dice no: Locanda Viola
A Pagazzano la Locanda Viola resterà chiusa: “È una decisione di responsabilità: non ce la sentiamo ancora di far tornare i clienti nel nostro ristorante perché vogliamo pensare prima di tutto a chi è stato malato e a chi è morto, ma anche a chi ancora adesso sta soffrendo – spiega Giulia Crippa, titolare col marito Filippo Moriggi del locale di via Morengo -. Andare al ristorante dev’essere convivialità, serenità, svago. Io, che opero in sala, non me la sento di accogliere la gente sorridente e raggiante quando la situazione è ancora così incerta e ancora un po’ preoccupante”.
La scelta di Giulia, arrivata dopo un’attenta riflessione col marito-chef, è figlia anche di una sensibilità che le è stata consegnata da un’esperienza passata: “Qualche anno fa sono stata molto malata – racconta – e vedere le persone ricoverate e intubate mi ha fatto malissimo. Ho paura per me, per i miei cari, per i miei clienti. Se potessi riaprirei la Locanda Viola subito, ma non posso e non voglio rischiare nulla”.
Nessun risentimento verso chi, invece, ha deciso di ripartire subito: “Ogni attività ha una storia a sé, quindi massimo rispetto per chi ha deciso di riaprire tutto – sottolinea la titolare di LocandaViola -. Noi per ora continuiamo a lavorare col delivery che ha funzionato bene dal 18 marzo in avanti: chiaro, gli introiti attuali non sono paragonabili a quelli di un ristorante che può ospitare i clienti, ma per ora ci permette di andare avanti in completa sicurezza”.
“All’inizio non è stato semplicissimo, uscivamo anche per fare una sola consegna a domicilio, ma ora il servizio ha preso piede e tiene viva l’attività. Per la riapertura del locale – conclude Giulia – faremo presto delle nuove valutazioni. Quel che è certo, è che torneremo più belli e forti di prima”.
C’è chi dice sì: One Love Restaurant
C’è un velo di romanticismo, invece, dietro alla riapertura di lunedì 18 maggio del One Love Restaurant di Colognola: “I primi clienti che torneranno a pranzo sono quelli che lunedì 9 marzo sono usciti per ultimi dalla sala, prima del lockdown – racconta lo chef Alan Foglieni, che gestisce il locale con la compagna Nafi Dizdari -. Ripartiremo con coperti ridotti, anche se la normale disposizione che avevamo prima di questa emergenza sanitaria ci permetteva comunque di tenere abbastanza distanziato un tavolo dall’altro”.
“In cucina, con me, ci sarà un cuoco che rientrerà dalla cassa integrazione e mia suocera, mentre in sala lavoreranno Nafi e un’altra cameriera che in queste ultime settimane ha pensato alle consegne a domicilio – spiega lo chef -. Oltre al distanziamento e alla sanificazione quotidiana, che comunque facevamo sempre, puliremo più volte i bagni e chiederemo una grande collaborazione ai clienti che verranno: il contenimento del contagio passa soprattutto dalla loro educazione e dalla loro responsabilità. Noi cercheremo di ricordarlo sempre, a tutti”.
Il One Love ripartirà con qualche piccola novità: “Manterrò il business lunch del pranzo, con prezzi alla portata di tutti – spiega Foglieni -, ma voglio poi concentrarmi molto di più su quella che viene chiamata la cucina gourmet. Ogni settimana, a rotazione, inserirò in carta un piatto del mio maestro Gualtiero Marchesi: il primo omaggio sarà ‘l’astice e il piccione’, con astice blu del Mediterraneo e piccione bergamasco allevato per noi in Val Seriana”.
E non verranno accantonati il servizio delivery e il servizio take away: “Fanno parte di un progetto che avevo in mente da tanto tempo per il One Love e che il Covid-19 mi ha obbligato a concretizzare più velocemente di quello che pensavo – spiega ancora lo chef Foglieni -. Quindi quel ramo dell’attività non verrà chiuso con la riapertura del locale, ma potenziato: tra poco lanceremo un e-commerce per consegnare pasti in tutta la Lombardia. A Milano, soprattutto, che è un mercato che conosco molto bene”.
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