Sono 36, di cui 7 in terapia intensiva, i pazienti Covid attualmente ricoverati all’ospedale da campo della Fiera di Bergamo realizzato grazie all’opera di tanti volontari bergamaschi. Tra chi sta aiutando, però, c’è anche un “infiltrato”, l’inviato – siciliano – della trasmissione televisiva Le Iene Ismaele La Vardera.
La Vardera, 27 anni, è partito dalla sua Palermo un paio di settimane fa e ha raggiunto i padiglioni di via Lunga nella doppia veste di giornalista, per un servizio che andrà in onda alla ripresa del programma (prevista per martedì 21 aprile), e anche di operaio tuttofare, prima durante i lavori per la realizzazione della struttura, poi in cucina per la preparazione dei pasti.
“Quando dal divano di casa mia ho visto cosa stava succedendo a Bergamo – racconta l’inviato – ho pensato di fare qualcosa che potesse essere utile per il mio lavoro ma soprattutto per la vostra città. Così ho deciso di venire a Bergamo per dare una mano nel mio piccolo e allo stesso tempo raccontare cosa è stato realizzato qui”.
“Ho fatto un po’ di tutto – spiega – . Quando sono arrivato l’ospedale era quasi finito e ho dato una mano per gli ultimi ritocchi. In questi giorni invece di inizio attività mi sto occupando dei pasti”.
“Sono felice della mia scelta di partire perché qui ho potuto constatare in prima persona lo spirito straordinario dei bergamaschi. Ho visto una città che si è stretta per cercare di superare questa tragedia e ha fatto squadra dimostrando un grande spirito.
L’ospedale da campo costruito dagli Alpini insieme a tanti artigiani volontari ne è la dimostrazione più lampante. È stata un’esperienza che porterò con me per tutta la vita. Grazie Bergamo, mola mia!”
A una decina di giorni dall’arrivo dei primi quattro pazienti, l’ospedale è ormai al lavoro a pieno regime, gestito dalla direzione del Papa Giovanni, con il contributo del personale di Emergency e dei medici arrivati dalla Russia.
Sono 142 in totale i posti disponibili, di cui la metà riservati alla terapia intensiva. Una boccata d’ossigeno per tutte le strutture ospedaliere della nostra provincia, al lavoro senza sosta e in condizioni critiche dall’inizio dell’emergenza.
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