L’informazione è arrivata ai dipendenti: la Brembo, società per azioni produttrice di freni guidata da Alberto Bombassei, da lunedì 16 marzo chiude gli stabilimenti italiani per una settimana.
La notizia è stata comunicata venerdì mattina con una una videoconferenza a tutte le Rsu del gruppo: da lunedì cancelli chiusi in Bergamasca a Mapello, Stezzano e Curno. Lo stop interessa 3000 lavoratori orobici.
La fermata serve per sanificare i luoghi di lavoro e predisporre misure di riorganizzazione del lavoro più confacenti all’emergenza. coronavirus.
Ai dipendenti venerdì è giunta una mail: “A oggi non è possibile sapere quale istituto verrà utilizzato per la copertura della settimana (anche perché si è in attesa che vengano sbloccati gli ammortizzatori sociali). Sarà poi compito delle Rsu e dell’azienda valutare la possibile riapertura o il prolungamento del fermo. In questa settimana saranno presenti in azienda solo i presidi strettamente necessari per effettuare la sanificazione di tutti gli ambienti. Per i luoghi chiusi spogliatoi,uffici verrà utilizzato l’ozono mentre per i luoghi più ampi verrà effettuata manualmente”.
LA NOTA UFFICIALE DI BREMBO
“A causa dell’oggettiva situazione di emergenza nelle aree di Bergamo e Brescia (tra le più colpite al mondo dalla pandemia di COVID-19), dove hanno sede gli stabilimenti italiani di Brembo, l’azienda ha disposto che dal 16 al 22 marzo le proprie attività produttive a Stezzano, Curno, Mapello e Sellero saranno temporaneamente sospese.
La decisione è in linea con le disposizioni straordinarie del Governo Italiano e ha l’obiettivo di tutelare la salute e sicurezza delle persone, a fronte dell’evoluzione della pandemia del COVID-19 e alla conseguente oggettiva impossibilità di operare con continuità.
Brembo ha preso questa decisione con grande senso di responsabilità e d’accordo con tutte le parti sociali coinvolte, per intensificare le misure già adottate fin dalle prime fasi di diffusione del virus e per garantire una maggiore sicurezza e serenità di tutte le proprie persone. L’azienda continua a monitorare con la massima attenzione l’evolversi della situazione ed è pronta a riprendere le proprie attività con l’impegno e lo sguardo rivolto al futuro che da sempre la caratterizzano”.
NIERI (FIM CISL): “SCELTA DI GRANDE RESPONSABILITÀ
“È una scelta di grande responsabilità, che apprezziamo e approviamo – afferma Luca Nieri, segretario generale Fim Cisl Bergamo. Anteporre la tutela della salute dei 3000 lavoratori degli stabilimenti orobici alle aspettative economiche è segno di attaccamento al proprio capitale umano. oggi non è possibile sapere quale ammortizzatore sociale verrà utilizzato per la copertura della settimana, anche perché si è in attesa che vengano sbloccati i fondi destinati a coprire questa emergenza, e sarà poi compito di RSU e azienda valutare la possibile riapertura o il prolungamento del fermo”.
Nella settimana di chiusura saranno presenti in azienda solo i presidi strettamente necessari per effettuare la sanificazione di tutti gli ambienti.
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