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Bergamo

Fara, l’ex consigliere Zenoni: “Il Comune non può più far finta di niente”

Il commento dell'ex consigliere comunale dei 5 Stelle che ha denunciato all'Autorità anticorruzione quelle che a suo parere parevano mancanze relative al parcheggio all'ex Faunistico

Il caso del parcheggio della Fara torna ad occupare le cronache locali e il suo fantasma a perseguitare l’amministrazione. Un parcheggio sfortunato e un progetto che frana (letteralmente) ormai da oltre 15 anni: dalla stipula della convenzione del 20 maggio 2004, all’avvio dei lavori il 23 settembre 2008, alla frana il 30 dicembre del 2008. Fino alle varianti del 2011 e del 2016 e alla ripresa dei lavori il 12 settembre 2017. A oggi.

A riaprire il vaso di Pandora questa volta è il documento dell’Anac (l’Autorità nazionale anticorruzione) che sottolinea in maniera decisa una serie di criticità che, secondo l’Anac, avrebbero dovuto portare alla rescissione del contratto con la concessionaria, la società Bergamo Parcheggi. Un lungo e articolato fascicolo che nasce nell’estate 2017, come ultimo step della battaglia portata in Consiglio comunale tra interrogazioni e ordini del giorno dall’ex consigliere del Movimento 5 Stelle, Marcello Zenoni (la cui sedia in aula ora è occupata dalla new entry Sonia Coter, che entra in sostituzione dell’ex candidato sindaco pentestellato Nicholas Anesa nell’era del Gori Bis).

Una lotta sotto il segno delle Cinque Stelle in seguito “al cambiamento improvviso e repentino dell’amministrazione nell’aprile del 2016 nei confronti della concessionaria Bergamo Parcheggi. Se, infatti, nel 2015 il Comune aveva preso una posizione forte, mettendo alle corde la concessionaria, contestando tutta una serie di inadempienze, incalzando la società a riprendere i lavori e a rispondere a diversi quesiti, nella primavera dell’anno successivo, tutto è cambiato, varando non solo un piano del traffico con una modifica sostanziale che rende il parcheggio della Fara a servizio dei cittadini e non dei residenti (sta qui la vera chiave di volta per salvare il parcheggio), ma firmando una nuova convenzione. Tutto, tra l’altro, senza più confrontarsi e azzerando ogni tipo di dialogo”, ci racconta la memoria storica di Zenoni.

Zenoni e Grillo

E, se sembrava che l’Anac si fosse dimenticata del Caso Bergamo, due anni dopo, torna a farsi sentire, elencando nel documento gravi “inadempimenti contrattuali” e soprattutto evidenziando ancora una volta che il Comune di Bergamo, dopo la frana, avrebbe potuto senza particolari problemi economici arrivare alla risoluzione degli stessi.

“Adesso vediamo cosa rispondono all’Anac da un punto di vista tecnico – continua l’ex consigliere – Sicuramente nel frattempo una risposta di carattere politico la devono dare perché la qualità e la quantità delle osservazioni dell’Anac sono tali che sindaco e assessore non possono non fare un commento e non rispondere a dovere a un’eventuale interrogazione in Consiglio. Alcune cose sono proprio oggettive, non possono più girarci attorno, far finta di niente, dando delle risposte tipiche delle grosse società che cercano di recuperare e salvare la reputazione. Così come non possono tenere tutto silenziato in seguito alla risposta data ad Anac: devono renderla nota, non basta dichiarare di aver risposto. Devono anche pensare necessariamente a un piano B in caso debba per forza decadere la procedura di affidamento: quindi domandarsi cosa fare dopo le penali. Il mio timore è che venga scoperto un pasticcio grosso che ci lascia in eredità un buco (letteralmente)”.

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