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Mercoledì sera

Scontri tra tifosi atalantini e polizia dopo il match di Firenze

Versioni discordanti sull'episodio. Tra i feriti un agente colpito da un calcio in pieno volto

È stato un dopo gara agitato quello di mercoledì 26 febbraio a Firenze.

Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine ci sono stati dei tafferugli tra i tifosi atalantini e la polizia all’altezza del viadotto del Varlungo, nella zona sud della città mentre i bergamaschi stavano lasciando il capoluogo toscano, diretti verso l’autostrada A1.

Gli incidenti si sarebbero verificati intorno alle 2.

Stando alle prime informazioni dell’agenzia Ansa, alcuni tifosi nerazzurri sono scesi dalla colonna dei 23 pullman che erano scortati dalle forze dell’ordine e, armati di aste e bastoni, si sono scontrati con i poliziotti, alcuni dei quali hanno riportato contusioni refertate al pronto soccorso. Sono rimasti feriti alcuni agenti del Reparto mobile di Firenze e un funzionario di polizia colpito con un violento calcio al volto.

I responsabili dell’aggressione alle forze dell’ordine sono stati bloccati e identificati, ma ancora non è stato possibile individuare l’ultrà che ha colpito il funzionario al volto. Al termine degli scontri gli agenti sono riusciti a far risalire a bordo i tifosi dell’Atalanta, i quali hanno proseguito il viaggio verso Bergamo.

In tutto sono 130 i tifosi bergamaschi che sono stati identificati dalle forze dell’ordine dopo Fiorentina-Atalanta.

Le versioni dell’accaduto divergono però e c’è chi racconta che sia stata la polizia ad aggredire i tifosi: una ricostruzione tutta da verificare. 

SCONTRI A FIRENZE, LA REPLICA DEI TIFOSI ATALANTINI: “NOI ATTACCATI DALLA POLIZIA” – L’ARTICOLO

Sulla questione si è espresso Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp Polizia di Stato: “L’aggressione da parte dei tifosi dell’Atalanta contro la Polizia avvenuta mercoledì sera a Firenze è un fatto di estrema gravità – si legge nel comunicato stampa -. Fermare una colonna di autobus in transito, scendere armati e travisati e aggredire le Forze dell’ordine è inammissibile, è la prova ulteriore, che certo non serviva, di come la violenza in queste occasioni sia preordinata, cieca, spudorata, praticata nell’arrogante convinzione di non subire conseguenze degne di preoccupazione. Questo è un fatto ormai innegabile, eppure non vediamo alcuna seria contromisura a tanta inciviltà criminale, mentre per i poliziotti andare a volgere questi servizi d’ordine equivale ad andare in guerra, nel senso dell’assoluta certezza di trovarsi di fronte chi ha giurato loro odio eterno e voluta e convinta volontà di fargli del male”.

“Un Daspo – continua Mazzetti – non rappresenta alcun serio limite a chi con allarmante disinvoltura infierisce contro un poliziotto con un bastone. Sarebbe ora di cominciare a capirlo e comportarsi di conseguenza”.

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