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Appunti & virgole

Napoli con la qualità, Atalanta col cuore, ma senza Ilicic che fatica fare gol fotogallery

Ha pesato anche l'assenza di Toloi, mentre Ancelotti ha potuto giocare il jolly alla fine, Ora bisogna rialzarsi a Udine

Gomez non arriva sulla possibile palla del 2-1 e resta faccia a terra, l’azione si ribalta e Milik anticipa Berisha e mette in rete. È l’immagine emblematica della partita che si chiude lì, con l’Atalanta sfinita per la rimonta e il Napoli, rigenerato dagli innesti dell’ultimo quarto d’ora, capace invece di andare ancora in rete.

Che cosa può rimproverarsi l’Atalanta per questa nuova sconfitta? O Gasperini? Poco o nulla.

E un po’ è anche ‘colpa’ della fantastica partita giocata contro l’Inter, se il signor Ancelotti a fine partita ammette: “Avevamo visto l’Atalanta e ci siamo spaventati, per questo ci siamo preoccupati di chiudere bene e ripartire”.

Una lezione di umiltà: Ancelotti non ha vinto per caso due Coppe dei Campioni da giocatore e tre Champions League da allenatore, tre scudetti da giocatore e quattro in giro per l’Europa da allenatore. Ma d’altra parte anche la qualità degli azzurri ti consente di fare certi ragionamenti: se tu hai in panchina Milik… e Gasp invece Tumminello… ci sarà pure una differenza, tra un nazionale polacco e un attaccante che deve ancora maturare.

La morale è che resta il grande rammarico per una partita giocata col cuore, con qualche errore (e chi non sbaglia mai?) ma anche con una intensità e una elettricità che ha tenuto sospesi gli spettatori fino all’ultimo. E fino al 41′, quando ha preso il gol decisivo, l’Atalanta avrebbe potuto anche fare gol, ribaltare completamente il risultato. Come al 30′ quando una conclusione di Gomez è stata respinta, ma lì si torna al problema che era il ritornello di due mesi fa, fino ad Atalanta-Sampdoria: cioè che senza Ilicic la squadra perde molto della sua potenzialità offensiva e ben venga il gol di Zapata, che ha timbrato la rete dell’ex da vero opportunista dell’area.

Però non ha fatto gol Rigoni e nemmeno il Papu, anche se ormai siamo abituati a un contributo prezioso del capitano fino a trequarti: manca l’ultimo tocco, la botta vincente. Finora lo è stato alla prima giornata contro il Frosinone, quando ha segnato due reti (su quattro). Poi la squadra di Gasperini è andata in gol con tanti altri giocatori e quindi bisogna dare atto al Napoli di aver saputo chiudere i varchi, soprattutto con un Koulibaly impressionante per potenza atletica e tecnica.

Certo, contro l’Inter c’era un signor Ilicic e facilmente non ci sarà nemmeno a Udine, ma con lui il gioco d’attacco nerazzurro ha ricavato benefici evidenti, traducendosi anche nelle quattro vittorie consecutive.

Insomma, l’Atalanta contro il Napoli non avrà giocato una partita fantastica come contro l’Inter, ma obiettivamente non è neanche semplice mantenere razionalità e ordine, quando si è sotto di un gol dopo appena due minuti. A Bologna era andata un po’ diversamente, al di là che ci fosse anche Ilicic, però era il Bologna, tutt’altra dimensione rispetto a un Napoli che ha dimostrato di essere solido e capace di far male in ogni momento. E un pareggio col Napoli sarebbe stato oro.

Errori difensivi? Beh chiaro sul primo gol, poi con la squadra sbilanciata era inevitabile cadere in qualche altra situazione rischiosa. Ma non c’era nemmeno Toloi, che sa essere un trascinatore e si sente.

In chiusura anche il fair play di Ancelotti, che in settimana aveva un po’ ‘provocato’ il pubblico di Bergamo e a fine partita lo applaude: “Ha dimostrato grande maturità. Se le mie parole possono essere servite?

Soprattutto sono stati intelligenti loro a saper creare un ambiente bello e sereno, ci hanno mostrato come dev’essere il calcio”. Basta riavvolgere il nastro e vedere i primi dieci minuti del secondo tempo, prima del pareggio e sentire la spinta incredibile della Curva.

Ora sarà fondamentale non ripetere a Udine gli errori di Empoli, se l’Atalanta vuole (e può) continuare a lottare nel mucchio della classifica centroalta.

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