C’è chi rivive spesso il momento dell’incidente. E chi, quando prende il pullman, non si sente più al sicuro come prima.
Sono passate diverse settimane da quel tragico lunedì 24 settembre, quando nel piazzale della stazione di Gazzaniga il 14enne Luigi Zanoletti ha perso la vita in seguito allo scontro tra due bus, ma lo sgomento tra gli studenti è ancora forte. Motivo che ha spinto l’Isiss Valle Seriana a mettere in campo alcune misure in supporto dei ragazzi (il giovane frequentava la prima liceo scientifico dell’istituto, che si trova a pochi passi dal luogo dell’incidente).
Martedì 16 ottobre prenderà il via il servizio “Spazio Ascolto”, organizzato dalla scuola in collaborazione con il Consultorio Valseriana. Lo sportello è affidato a uno psicologo esterno e coinvolge altri cinque docenti con formazione specifica. Quest’anno però – a differenza di quelli passati – l’inizio del servizio è stato anticipato di tre settimane e le ore aumentate.
“Il servizio è attivo già da qualche anno, ma quanto successo il mese scorso ha influenzato la nostra decisione – spiega il preside Alessio Masserini -. L’obiettivo è quello di fornire agli studenti gli strumenti idonei a leggere l’accaduto”.
In totale, sono circa 1.300 quelli che frequentano l’istituto di via Marconi e che, se lo vorranno, potranno prenotare una seduta individuale di mezz’ora e usufruire del servizio: basterà recarsi in segreteria e segnare la propria richiesta sul registro degli appuntamenti. Ad occuparsi del progetto sono la psicologa Margherita Giovarruscio e i docenti Simona Martinelli, Elena Gamba, Elisabetta Cosseddu, Alessandra Dalla Betta e Giulia Piccinini.
“Quanto successo ha messo gli studenti di fronte a domande che il più delle volte compaiono in età adulta, o comunque in altri momenti della vita – le parole della referente Simona Martinelli -. Si sono dovuti confrontare con l’idea che nella vita non tutto è controllabile, per quanto ci si possa sforzare e impegnarsi. È una lezione che può spaventare”.
Secondo la docente “non parlarne o fare finta di nulla è comunque un errore. Alcuni studenti sono spaventati da quanto hanno visto e possono averne risentito in termini di trauma da stress. Quello che ci confideranno – conclude – resterà segreto. In questo caso non ci sono né voti né giudizi”.
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