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La petizione

Raccolta firme in Val Brembana: “No alla vendita del sedime ferroviario”

Puntano a raccogliere mille firme, ma hanno già superato quota cinquecento. Sono i componenti dell'Associazione Ferrovia Valli Bergamasche che ha lanciato la petizione "No alla vendita del sedime ferroviario" su Change.org

Puntano a raccogliere mille firme, e hanno già superato quota cinquecento. Sono i componenti dell’Associazione Ferrovia Valli Bergamasche che ha lanciato la petizione “No alla vendita del sedime ferroviario” su Change.org (guarda qui).

“Carissimi amici, la scelta di vendere 1 chilometro di sedime ferroviario, significa privare la nostra valle di un pezzo di storia e di sviluppo importante! Tuteliamo e salvaguardiamo il sedime della ex ferrovia affinché in futuro non vengano più fatte scelte come queste”. Questo il testo della petizione che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica dopo l’appello lanciato dall’ex assessore provinciale Felice Sonzogni da nostro quotidiano Bergamonews.it (leggi qui) e dopo che il Comune di Zogno ha venduto circa un chilometro del sedime per poter realizzare un’area della società San Pellegrino Spa, del Gruppo Nestlé.
Gian Paolo Pesenti, vicesindaco e assessore Urbanistica ed Edilizia Privata del Comune di Zogno, in una nota al nostro giornale precisa la posizione dell’amministrazione comunale e la tutela del sedime ferroviario (leggi qui).

Premettiamo e precisiamo che la nostra non è una petizione a sfondo politico o da cavalcare per la campagna elettorale in corso – spiega Alessandro Gervasoni, presidente dell‘Associazione Ferrovia Valli Bergamasche -. A noi sta a cuore la tutela del sedime ferroviario per il futuro tracciato della T2, la tramvia per la Valle Brembana. Se non si tutela quel tracciato, l’intera valle rischia di perdere in futuro il suo sviluppo con una mobilità dolce e sostenibile. La manifestazione degli oltre 40 sindaci di qualche settimana fa non può essere letta senza la difesa di quel tracciato che è parte integrante e fondamentale dello sviluppo della Valle. Anche la stessa società San Pellegrino Spa avrebbe potuto usufruire di questa occasione per fare in modo che le sue merci non viaggino su Tir che intasano l’unica via di traffico della valle“.

Che sia una petizione che vada oltre le simpatie politiche lo rimarca anche la commercialista Elga Cantù che fa parte dell’associazione.
“La vendita del chilometro di sedime ferroviario ipotizza già una modifica dell’attuale tracciato della tramvia e in futuro saranno prevedibili ulteriori costi aggiuntivi che ipotecano la sua realizzazione – afferma Cantù -. La minaccia è continua, per questo chiediamo che non venga messa in vendita nessuna parte di questo sedime: Anche una sola parte ceduta compromette l’intero progetto. Chiediamo alle amministrazioni di fermare qualsiasi alienazione della tramvia per poter realizzare una mobilità dolce e sostenibile come i grandi Paesi europei”.  

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