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Bassa

Non rispetta per 6 volte gli arresti domiciliari: 41enne torna in carcere

Bassa Bergamasca. Agli arresti domiciliari per reati diversi violano le prescrizioni. Arrestati e portati in carcere dai Carabinieri due italiani.

Nella serata di venerdì 9 febbraio i Carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno arrestato e portato in carcere a Bergamo due italiani, rispettivamente residenti ad Arcene e a Romano di Lombardia, per aver rispettivamente violato le prescrizioni derivanti dalla loro condizione di soggetti ristretti in regime di arresti domiciliari con permesso ad assentarsi, in attesa di giudizio definitivo.

Ad Arcene, i militari della Stazione dei carabinieri di Verdello hanno notificato un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dalla Corte d’Appello di Milano a carico di un 41enne italiano, in regime di detenzione domiciliare per i suoi precedenti per reati contro il patrimonio (furto aggravato). Per ben 6 volte l’uomo si è allontanato dal proprio domicilio senza alcun titolo autorizzativo. I Carabinieri dell’Arma hanno così relazionato il tutto all’Autorità giudiziaria di Milano, che ha così emesso un provvedimento di aggravamento a carico dell’uomo. Ora il 41enne si trova presso la Casa Circondariale di Bergamo.

A Romano di Lombardia, i militari dell’Arma hanno notificato un provvedimento di carcerazione emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Brescia ad un agricoltore 48enne del posto, ristretto in regime di arresti domiciliari per i suoi precedenti per atti persecutori. Anche in questo caso l’inosservanza delle prescrizione impostegli dalla Magistratura ha determinato la revoca dei domiciliari e l’applicazione del carcere, dove difatti il 48enne ieri sera è stato accompagnato dai Carabinieri. Anche in questo caso erano stati i militari dell’Arma a segnalare al Giudice di esecuzione le violazioni dell’uomo.

In entrambi i casi è stata sostanzialmente segnalata dai militari dell’Arma, dopo le opportune verifiche eseguite in sede di vigilanza e controllo, l’inefficacia della misura degli arresti domiciliari precedentemente concessa ai due italiani poi arrestati, facendo così ripristinare nei loro riguardi la misura più grave, il carcere per l’appunto.

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