Da Bergamo a Pavia passando per Torino, per poi però tornare a Bergamo: è la storia di Nicola Crippa, in Sannyasin “Rumi”, nome spirituale scelto in quanto discepolo di Osho. Laureatosi in Filosofia presso l’Università di Pavia, Rumi, 26 anni compiuti a maggio, ha già sulle spalle un notevole bagaglio: oltre ad avere ricevuto una quindicina di premi letterari, nel 2014 ha fondato il Collettivo Artistico Zorba, un collettivo di persone che propongono iniziative volte a favorire la diffusione di forme d’arte e di una piena consapevolezza. Inoltre, dall’anno scorso tiene dei corsi di scrittura creativa e trasformativa, proponendo un approccio alla scrittura rivolto sia alla produzione artistica che ad una crescita interiore.
Ma ciò che più piace a Rumi è una cosa sola: scrivere. Una passione più grande di ogni altra; una passione in grado di sovrastare anche quella per i lupi, che a Rumi piacciono sì molto ma non quanto il prendere in mano carta e penna. Una passione concretizzatasi a seguito di un grave incidente in macchina in cui egli stesso confessa di aver visto la morte in faccia.
Quello spiacevole incidente ha però portato con sé un risvolto positivo nella vita del ventiseienne nativo di Treviolo: «Dopo l’incidente – spiega Rumi – mi sono chiesto cosa fosse ciò che mi rendeva davvero felice: la risposta è stata la scrittura perché in questo modo riesco a sentirmi me stesso». Ha un consiglio da dare ai giovani, inseriti in una società – quella attuale – che non gli concede né lo spazio né tanto meno l’opportunità per ritagliarselo: «Non aspettate a credere nei vostri sogni quando magari è troppo tardi: credeteci subito, credeteci in maniera forte».
Rumi è l’autore di già tre libri: “Riflessi”, “Alchimie dell’anima” e presto arriverà fra gli scaffali delle librerie anche “Una fiaba bergamasca”. Ma non si ferma qui: a gennaio 2018 è infatti in programma l’uscita del suo quarto libro, “Fiabe dritte per un mondo storto”, una raccolta di fiabe per adulti fortemente legate al processo di crescita e maturazione dell’autore bergamasco.
Il primo libro, “Riflessi”, ha molto a che fare con la ricerca interiore e quindi con la meditazione, altra grande passione di Rumi; non a caso, infatti, il libro è accompagnato da un cd con delle tracce solo audio che permettono al letto di immergersi completamente nella lettura.
Il secondo libro, “Alchimie dell’anima”, è quello a cui l’autore si dice più affezionato: «Questo libro è una continua oscillazione fra poesie e racconti, fra gli opposti della vita, ed è stato strutturato in questo modo per mantenere vivo, di pagina in pagina, quest’oscillazione». Rumi ci spiega l’obiettivo del libro, che appare simile al famoso scandaglio di Saba: «Ogni racconto o poesia vuole scavare a fondo, vuole mettere in evidenza una certa parte del corpo di chi legge, e nonostante siano presenti molte sfere fra loro differenti, il libro mantiene una sua compattezza grazie proprio all’effetto oscillante di cui parlavo prima».
Il terzo libro avrà invece un sapore tutto bergamasco: è una fiaba ambientata in tutta Bergamo, e parla di due “figure” bergamasche, due pastori bergamaschi (padre e figlia) le cui storie si legano e si slegano col passare del tempo; sarà inoltre possibile seguire l’avventura della protagonista colorando i posti dove si svolgono le sue avventure. «La mia famiglia mi ha molto ispirato in questo libro – spiega Rumi verso la fine – perché è grazie a loro se sono riuscito a vedere e a vivere la mia città natale come se fosse una favola. È il mio primo libro per l’infanzia, e lo dedico ai miei due fratellini e al mio cucciolo di beagle, Lucy».
Sono già presenti alcune date per quanto riguarda la presentazione di “Una fiaba bergamasca”: il 14 dicembre a Scanzorosciate, il 16 a Nembro, il 17 a Pedrengo ed il 23 a Treviolo. Chissà se nella testa di Rumi non sta già circolando l’idea di un quinto libro? AI posteri l’ardua (e trepidante) sentenza!
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