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Il progetto

Porta Sud, Comune e Ferrovie ci riprovano: più verde nell’area della stazione

Comune, Provincia, Sistemi Urbani, Ferrovie dello Stato e RFI d'accordo sulla rigenerazione e riqualificazione dell'area denominata Porta Sud: si punta al coinvolgimento di grandi fondi di investimento.

A nove anni di distanza, Comune, Provincia e Rfi sono pronti a rimettere la firma su un nuovo protocollo di intesa riguardante l’area strategica di Porta Sud: un accordo che coinvolge anche Ferrovie dello Stato e Sistemi Urbani (mentre esce di scena la società Porta Sud Spa) e che mira a una nuova riqualificazione e rigenerazione dell’intera zona dello scalo ferroviario di Bergamo.

Modificando gli impegni che le parti avevano assunto nel gennaio del 2008, il protocollo ha come obiettivo quello di arrivare a definire un “masterplan” relativo al polo intermodale e alle aree dismesse a nord dello scalo, due ambiti che complessivamente si estendono su 450mila metri quadrati.

“Il progetto ambizioso dell’architetto Marinoni è rimasto solo sulla carta – spiega il sindaco Giorgio Gori – Aveva dentro di sé una previsione superata, di una Bergamo che avrebbe dovuto superare i 150mila abitanti: oggi le dinamiche sono diverse e noi riprendiamo in mano con concretezza il progetto Porta Sud e ci avviamo a sottoscrivere un nuovo protocollo che porterà nel giro di qualche mese a una manifestazione di interesse rivolta al mercato, per chiedere al mercato stesso cosa si può realizzare stando ad alcune nostre indicazioni”.

A cambiare, rispetto al 2008, è soprattutto l’approccio: nessun progetto a monte ma un coinvolgimento degli operatori interessati già dall’inizio del processo, per una definizione condivisa. Tra i “paletti” fissati quello di “porre al centro della riqualificazione degli scali l’attenzione al tema dell’ambiente e del verde, aumentando significativamente il verde fruibile attrezzato e realizzando un sistema continuo di verde”.

Un tema sul quale si è particolarmente soffermato l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini: “Il verde deve diventare una vera e propria infrastruttura, lo schema dell’attuale trasformazione di Porta Sud contenuto nel piano urbanistico lo prevedeva solo nelle aree a sud mentre noi lo vogliamo riportare dentro l’area dello scalo”.

Dalla riduzione del perimetro di intervento a quella delle volumetrie e della capacità edificatoria, che per ora non ha ancora una percentuale o un dato di riferimento: entro 6 mesi dalla firma dell’accordo Sistemi Urbani completerà la manifestazione di interesse finalizzata a individuare operatori e soggetti con plurime competenze professionali e tecnico-economiche a cui spetterà sviluppare la proposta di masterplan, da presentare al Comune nel giro di altri 12 mesi. Ulteriori 6, infine, a disposizione del Comune per sottoporre il masterplan al Consiglio comunale affinchè venga recepito nella revisione del Documento di Piano per garantire la più rapida attuazione del programma di rigenerazione e riqualificazione dell’area.

“Si tratta di una novità alla quale guardiamo con molta attenzione – sottolinea Gianfranco Battisti, amministratore delegato di Sistemi Urbani – Possiamo parlare di esperimento, è la strada che intendiamo percorrere anche per il futuro: ci immaginiamo che entrino in campo fondi di investimento importanti, in collaborazione magari con qualche soggetto che opera in campo turistico. Una manifestazione di interesse di evidenza pubblica, vogliamo che chiunque potenzialmente interessato si faccia avanti. L’area in questione è molto appetibile, sarà un nuovo cuore pulsante di Bergamo, sostenibile e accessibile: cambierà il volto della città. Capovolgendo l’approccio sarà il mercato a fornire gli elementi che ritiene più adattabili per quest’area ma sempre prestando attenzione agli indirizzi forniti dal Comune. Noi siamo aperti a ogni possibilità: dalla cessione dell’area alla partecipazione in società”.

Tra gli elementi che dovranno emergere dal masterplan l’individuazione delle funzioni urbane qualitativamente significative da localizzare negli spazi di recupero e/o negli edifici di nuova realizzazione che possano dare rilevanza strategica all’ambito, unire il cuore della città con le periferie e prevedere l’uso temporaneo degli spazi come strumento per restituire alla cittadinanza, già nell’immediato, aree non più dismesse e degradate ma vive e accessibili, provvedendo a garantirne sorveglianza e sicurezza.

Impossibile stabilire al momento il valore economico complessivo dell’operazione: l’ultima stima, ormai non più attualizzata, era di 70 milioni di euro ma oggi risulta obsoleta e non più in linea con nuovi scenari economici che hanno cambiato il valore dell’area.

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