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Paolo riva

Terremoto, il docente di Ingegneria: “Bergamo non è meno a rischio di Ischia”

"Prendendo in considerazione il patrimonio edilizio bergamasco, almeno l'80% di esso non sarebbe in grado di sostenere una scossa come quella proposta dalla normativa antisismica in vigore, quindi occorrono lavori di miglioramento"

Nella serata di lunedì 21 agosto la terra in Italia è tornata a tremare, colpendo l’isola di Ischia (leggi) con un terremoto di magnitudo 4.0 e causando il crollo di numerosi edifici. Ne abbiamo parlato con Paolo Riva, docente della facoltà di Ingegneria dell’Università, il quale ci ha messo in guardia sui possibili crolli che potrebbero colpire la nostra provincia in caso di eventi sismici.

Professor Riva, perché alcune strutture sono crollate con una scossa di magnitudo modesto quale quella della scorsa serata?

Bisogna innanzitutto ricordare come eventi sismici superficiali anche di piccola intensità possano causare danni ingenti sul patrimonio edilizio. In questo caso siamo di fronte ad edifici sostenuti da muri a secco formati da pietre squadrate e ciotoli non in grado di resistere ad alcun evento sismico, in particolare se sottoposti ad onde sismiche orizzontali e verticali di una certa entità. Non sappiamo con certezza se fossero presenti anche in questo caso onde verticali ma, vista la tipologia di terremoto, con ogni probabilità erano presenti.

Si può ipotizzare che il crollo di questi edifici sia stato causato da danni strutturali pregressi?

Non è necessario che fossero già presenti danni in essi. Ci troviamo di fronte a strutture risalenti ad alcune decine di anni fa se non addirittura secolari non in grado di sopportare un evento sismico, quindi bastano delle scosse di terremoto per causare un crollo.

Siccome ci troviamo di fronte a strutture datate, è possibile migliorare la loro resistenza ad eventi sismici?

Certamente, ogni struttura è migliorabile. Tenendo presente il fatto che quando si parla di miglioramento si intende aumentare la capacità di resistenza di una struttura a scosse di terremoto, mentre quando si parla di adeguamento si intende portare la stessa ad una resistenza pari a quella di una struttura appena edificata, è possibile migliorare gli edifici più vecchi e portarli alle normative antisismiche standard in vigore. Al contrario l’adeguamento non è sempre possibile, se non con lavori anche invasivi e costi ingenti ad essi annessi che possono far preferire l’abbattimento.

Considerando nello specifico il caso di Ischia, su quelle strutture sono stati compiuti dei lavori di messa a norma ?

Dubito fortemente. I lavori di miglioramento antisismico sono spesso onerosi e gravano sulle finanze di chi li compie e questo sfavorisce la possibilità di compierli. Soltanto da quest’anno è stato introdotto dal governo un bonus fiscale in cui è possibile detrarre fino all’85% delle spese per condomini e all’80% per abitazioni singole con tetto massimo di 96.000 euro. Nonostante ciò i lavori di miglioramento sismico vengono ancora considerati come poco redditizi, considerazione che porta a sottovalutare il reale rischio sismico.

In conclusione, a Bergamo esistono rischi in caso di terremoto e, nel caso, gli edifici resisterebbero alle scosse?

Analizzando i dati della pericolosità sismica in Italia (probabilità che un certo valore di scuotimento si verifichi in un dato intervallo di tempo), Bergamo non è meno a rischio di Ischia. Prendendo in considerazione il patrimonio edilizio bergamasco, almeno l’80% di esso non sarebbe in grado di sostenere una scossa come quella proposta dalla normativa antisismica in vigore, quindi occorrono lavori di miglioramento che possano scongiurare danni nel caso ci si trovasse in presenza di eventi di questo genere.

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