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Le reazioni

Casazza, “Sorpresa e un po’ d’amarezza” per la vendita della casa di riposo

Amarezza e sorpresa a Casazza per la vendita della Casa per anziani. Un'operazione che dovrebbe essere formalizzata proprio in questi giorni tra Fondazione Priula, che fa capo alla Diocesi di Bergamo che cede la casa di riposo alla società Cacciamatta Srl dell'omonima Fondazione

“L’annuncio della vendita è stato una sorpresa, poi c’è anche un pizzico di amarezza per il cambio della guardia – afferma il sindaco Sergio Zappella –. Sì, sapevo che la proprietà voleva cedere la casa per anziani, ma non pensavo che le trattative fossero così serrate. Ma voglio tranquillizzare i miei concittadini con un dato positivo: la società che acquista opera e lavora in zona in altre case di riposo”.

Il primo cittadino non si dice preoccupato del cambio di società, la vendita della struttura alla Cacciamatta srl. “Nel 2009 il Comune di Casazza aveva sottoscritto una convenzione vincolante con la società San Narno – prosegue il sindaco -. La società San Narno ci ha assicurato che gli acquirenti rispetteranno la convenzione con l’amministrazione comunale. Certo, se si venisse meno agli accordi, le cose cambierebbero. Non si deve dimenticare che nel 2009 il Comune, vista la natura pubblicistica dell’intervento, azzerò gli oneri, trasformò la destinazione urbanistica di alcuni terreni a vocazione agricola in residenziale. Credo che di fronte a questi impegni da parte nostra continueremo nella collaborazione”.

All’oscuro di tutta l’operazione di vendita èsi dichiara don Pietro Gelmi, parroco di Casazza dal 2007. “Non so nulla di questa vendita, quattro giorni fa ho sentito delle voci di paese, ma di ufficiale non so nulla – afferma il parroco –. Qui a me non dicono nulla. Quando arrivai dieci anni fa a Casazza, il progetto della casa di riposo era già tutto pronto”. È amareggiato di questa vendita? “No. Credo sia importante che la casa di riposo sia gestita bene, che abbia cura degli anziani e degli ospiti. Penso che questa struttura debba essere gestita con umanità, saggezza e intelligenza. E soprattutto che non sia una casa per ricchi”. Don Gelmi è molto paziente e risponde con molta pacatezza: “Queste strutture a vocazione sociale le dovrebbe fare lo Stato, invece la Chiesa si fa carico di questi fardelli. È come per l’emergenza dei profughi che chiedono aiuto: dovrebbe esserci lo Stato, ma ad aprire le porte è ancora la chiesa”.

Giovanni Sanga, parlamentare della Val Cavallina (Pd) non ha dubbi: “La cessione è stata fatta a una società che fa capo a una fondazione con una lunga storia, quella di soddisfare i bisogni delle comunità senza fini di lucro. La fondazione Cacciamatta inoltre opera già sul Sebino e in Val Cavallina, conosce bene il territorio, i bisogni della comunità e potrà fare ulteriori sinergie”.

Più cauti i sindacati dei dipendenti della casa per anziani. “È una notizia inaspettata. Dobbiamo ancora verificare diversi elementi prima di elaborare una valutazione. Sul fronte occupazionale non siamo preoccupati, abbiamo già affrontato situazioni anche ben peggiori, certo dovremo capire come si muove la nuova proprietà e le sue intenzioni” commenta Alessandro Locatelli, della Fisascat Cisl.

“Per ora credo non ci saranno grandi cambiamenti per i contratti dei dipendenti – conclude Giorgio Locatelli della Cgil Bergamo –. Certo l’operazione di vendita in sé non ci entusiasma. E forse non entusiasma nemmeno il territorio. Sarebbe stato più utile costruire un’alternativa alla società che l’ha rilevata, magari coinvolgendo comuni, la comunità montana e soggetti legati alla Val Cavallina”.

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