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Le accuse

Fuochi d’artificio per Sant’Alessandro, è polemica: “Erano necessari in una giornata di lutto?”

“I fuochi d’artificio per la festa di Sant’Alessandro, in una giornata di lutto nazionale, erano proprio necessari?”: questa la domanda che in tanti si sono posti sabato sera di fronte allo spettacolo pirotecnico su Porta San Giacomo a Bergamo, epilogo delle celebrazioni per il santo patrono.

Come spesso accade è il web lo spazio della protesta che si è alimentata nel segno della “mancanza di rispetto” per i morti del terremoto che sta tormentando il centro Italia da mercoledì 24 agosto: Palazzo Chigi per sabato aveva proclamato una giornata di lutto nazionale con l’esposizione a mezz’asta delle bandiere sugli edifici pubblici e, pensiero comune di molti bergamaschi è che l’ultimo atto, quello dei fuochi d’artificio, fosse fuori luogo e pertanto quantomeno da rinviare.

Il dibattito è stato ampio, dalle bacheche personali a quella del gruppo “Sei di Bergamo se…” dove i sostenitori della necessità di una sospensione si sono confrontati con quelli della teoria del “the show must go on”: tra toni che si sono, in qualche caso, alzati troppo qualcuno ha provato a fare un po’ di chiarezza riportando la risposta al quesito del Comune il quale ha sottolineato come i fuochi artificiali non fossero stati organizzati da Palazzo Frizzoni ma dai commercianti della Comap.

Gli stessi ai quali il sindaco Gori, viste le circostanze, avrebbe chiesto espressamente di rinunciare o quantomeno rinviare lo spettacolo pirotecnico: “Lo spettacolo pirotecnico che ha avuto luogo nella serata di sabato, nell’ambito della festività di Sant’Alessandro, non era organizzato dal Comune ma – come di tradizione – dai commercianti dell’associazione Comap – precisa in una nota il Comune di Bergamo -. Nella giornata di giovedì il sindaco Giorgio Gori ha personalmente contattato i rappresentanti di Comap per chiedere loro di annullare lo spettacolo pirotecnico, o di rinviarlo ad altra data, purtroppo senza incontrarne la disponibilità. I commercianti hanno sostenuto d’aver pagato in anticipo il fornitore e che – soprattutto – tutte le iniziative commerciali (bancarelle, ecc) legate alla festa del Patrono sarebbero andate incontro ad un fallimento in mancanza dell’attrazione generata dai fuochi artificiali. Si sarebbe in questo modo determinato per loro un danno economico che non erano in grado di affrontare. Gli organizzatori dell’evento hanno anche fatto presente d’aver avviato sul Sentierone una raccolta fondi per le popolazioni colpite dal terremoto. Il sindaco ha dovuto quindi prendere atto con rammarico della posizione di Comap, non senza far presente che per la sensibilità di molti, visto il lutto nazionale indetto per le vittime del terremoto, i fuochi artificiali avrebbero potuto apparire fuori luogo”.

 

Il quesito, sull’opportunità o meno di rinunciare ai fuochi, rimane comunque aperto: cosa ne pensate?

 

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