Non è servito a nulla l’invito della segreteria provinciale del Pd a chiudere il caso candidatura a Treviglio. Anzi, chi ieri pensava che fosse il giorno decisivo per scegliere chi competerà alle prossime prossime elezioni ha dovuto ricredersi.
Non sono bastate oltre quattro ore di coordinamento a porte chiuse per ricucire lo strappo ormai insanabile all’interno del centrosinistra trevigliese. Nè Erik Molteni, né Laura Rossoni hanno i numeri necessari per spuntarla. Il primo è arrivato a dieci preferenze, molto lontano dai tre quarti necessari per essere scelto, mentre Laura Rossoni ha ricevuto astensioni. Perdono entrambi, ma soprattutto perde tutto il partito che si indebolisce sempre di più.
La strategia è inspiegabile, anzi tafazziana se si considera che gli avversari partono con un handicap molto pesante. Già da un anno Lega Nord e Forza Italia hanno troncato i rapporti politici e a settembre è scoppiato il caso Pezzoni. Il sindaco, preside dei Salesiani, ha ammesso di aver insegnato senza mai aver conseguito la laurea. Si è dimesso all’inizio di dicembre dopo settimane di polemiche infuocate e ora il Comune è commissariato.
Il succulento assist non è stato raccolto dal Partito democratico, che invece di marciare compatto si è frantumato fino all’epilogo di ieri. Ora è pronta ad intervenire la segreteria provinciale guidata da Gabriele Riva. Non è escluso che il centrosinistra di fronte a una situazione così disastrosa scelga un terzo nome.
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