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Apologia del fascismo

“Illegali i gadget del Duce”: la proposta di legge arriva alla Camera

Calendari, accendini, posacenere, magliette, cappellini, foto con il testone di Benito Mussolini. E saluti romani. Addio: potrebbero presto finire fuorilegge. E’ questo il senso di una proposta di legge depositata alla Camera dal deputato del Pd Emanuele Fiano, che vuole equiparare il commercio di quegli oggetti di poco prezzo all’apologia del fascismo.

Una proposta al momento ancora lontana dal suo compimento ma che non mancherà di suscitare le consuete discussioni sull’atteggiamento da tenere sulla pagina storica dell’Italia tra le due guerre.

La proposta di Fiano non punta a dichiarare direttamente reato il commercio dei gadget mussoliniani ma arriva all’obiettivo in maniera indiretta. Il parlamentare chiede infatti che la legge Scelba varata nel Dopoguerra e che punisce l’apologia del fascismo diventi a pieno titolo una norma del codice penale italiano.

 

Non sarà un passaggio da appassionati del diritto o da cultori della materia. Tutt’altro. Il passaggio avrebbe degli effetti pratici immediati, rendendo chiaramente sanzionabili una serie di fatti e comportamenti. Ad esempio il saluto romano, che una sentenza della cassazione ha considerato reato ma un’altra ha ritenuto non punibile. E appunto il commercio del bric-a-brac del Ventennio divenuto dilagante.

Generiche

Balza subito alla memoria il caso che pochi mesi fa ha fatto tanto scalpore a Bergamo, con il bar “Colazione da Tiffany” finito al centro di innumerevoli polemiche per i cimeli di chiarissimo stampo fascista esposti nel locale. Il titolare Vinicio Morzenti è stato multato solo per aver venduto dei calendari senza averne i requisiti commerciali. 

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