Il sindaco Giorgio Gori difende Bergamo da Roberto Saviano dopo l’intervento su Repubblica e le accuse partite dall’estradizione in Italia del re del narcotraffico Pasquale Locatelli, che Bergamonews ha riportato (leggi). Non si erge certo a paladino della “bergamaschità” Giorgio Gori, ma non accetta che l’intera realtà orobica venga assimilata a un’area di totale omertà. E per dimostrarlo allo stesso autore di Gomorra l’ha invitato a Bergamo.
“Saviano – commenta il primo cittadino – ha il merito di portare alla luce la storia di Pasquale Locatelli (l’avevo già letta in ZeroZeroZero) ma formula un’accusa del tutto ingiustificata (e per questo inaccettabile) nei confronti di Bergamo, che definisce ‘terra d’omertà e di complicità'”.
Gori non si nasconde dietro un dito: “Non sono certo tra quelli che negano infiltrazioni di mafia e di malaffare nel nostro territorio: purtroppo ci sono ed è importante denunciarlo. Ma l’aver dato i natali a un bandito non è una ragione sufficiente per tacciare di ‘omertosita’ un intero territorio”.
E annuncia: “Ho invitato Saviano a venire a Bergamo: se accetterà scoprirà quanta gente si batte per la legalità, per la trasparenza, o che anche solo pratica la buona e corretta amministrazione della cosa pubblica”.
Questo, conclude “non vuol dire negare che ci siano anche persone dedite al crimine, ma impedisce una generalizzazione che rischia di suonare come un insulto decisamente gratuito”.
commenta