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Chiuso per ferie? Non proprio Tute blu al lavoro in agosto per inseguire la ripresa

Qualche anno fa ad agosto i cancelli della grandi fabbriche chiudevano tutti per tre o quattro settimane. Con la crisi si agganciava anche una settimana di cassa integrazione. Per la prima volta, però, l'industria metalmeccanica bergamasca inverte la rotta.

Agosto fabbriche chiuse? È solamente un vecchio ricordo. L’estate 2015 pare segnare un’inversione di rotta. Sono molte le industrie metalmeccaniche bergamasche che ridurranno le settimane di ferie. Una o due al massimo, contro il mese intero con aggiunta di qualche settimana di cassa integrazione.

E c’è anche chi non farà nessuna chiusura come la Carpenterie Meccaniche di Colzate, la Aresi di Brembate, Brembo Auto di Curno, la Ims Deltamatic Spa di Calcinate (che alterna due settimane di ferie ma senza chiudere) e la All Tub Minmetal di Cividate.

Che cosa sta succedendo?

“Bisogna leggere questi dati con cautela – risponde Luca Nieri, segretario generale della Fim Cisl Bergamo –. Assistiamo ad una riduzione della chiusura estiva delle fabbriche, ma soprattutto un’assenza delle settimane di cassa integrazione prima o dopo il fermo estivo, per una richiesta di ordini. Ma non si tratta di ripresa. Le commesse che hanno le nostre aziende metalmeccaniche, in particolare quelle legate al settore auto, sono rivolte soprattutto all’estero e sono dovute a dei fattori esterni come il crollo del prezzo del petrolio, un euro più debole nel cambio con il dollaro e l’immissione di denaro da parte della Banca centrale europea che ha favorito un maggior credito”.

Nieri è molto cauto e rimarca: “Bisognerà aspettare l’autunno per vedere se questa inversione di tendenza rispetto agli altri anni si possa davvero definire ripresa, ma non credo. Le nostre aziende soffrono di ritardi strutturali non ancora risolti e di una politica industriale miope se non assente”. E aggiunge: “Da Treu in poi non c’è stata una riforma del lavoro che abbia creato occupazione. E questo è un dato che dimostra quanto il Governo debba ancora fare”.

Eppure gli ordini ci sono. Rispetto al 2013 le aziende bergamasche hanno ridotto drasticamente la loro pausa di agosto per rispondere agli ordini.

“Sì, è indubbio che questa riduzione del fermo industriale nel mese di agosto risponde alle richieste del mercato e che sia un segnale positivo – osserva Stefano Malandrini, responsabile dell’area Lavoro e Previdenza di Confindustria Bergamo -. Come positiva è la stabilizzazione crescente dei lavoratori e il recupero della produzione industriale. Sono tutti elementi che fanno ben sperare”.

Anche se pure Malandrini è cauto sul termine ripresa. “Manca la certezza, la continuità, visto l’andamento non costante della domanda – sottolinea –. Di certo, questa riduzione delle ferie e il non ricorrere a settimane di cassa integrazione, come avveniva qualche anno fa nel mese di agosto, dimostrano come le nostre aziende siano flessibili alle richieste del mercato, anche di fronte ad una domanda debole. Questo dato è anche segno che i nostri imprenditori accettino commesse, poco redditizie all’inizio e di breve durata, pur di far ripartire la produzione e mantenere operativa l’azienda”.

Chiusi per la sola settimana di Ferragosto sono la Bticino di Azzano San Paolo che conta 198 dipendenti, la Fluorten di Castelli Calepio che dà lavoro a 135 persone, la Gervasoni Spa di Brembilla (170 lavoratori), la Sematic e la Somaschini di Trescore che occupa 150 persone.

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