Polo blu, jeans e abbronzato. Si è presentato così venerdi mattina Massimo Giuseppe Bossetti nell’aula d’assise del tribunale di Bergamo dove ha preso il via il processo che lo vede imputato per il delitto di Yara Gambirasio.
Il carpentiere di Mapello, rinchiuso nel carcere di via Gleno dal 16 giugno 2014 con la pesante accusa di aver barbaramente ucciso la ragazzina di Brembate Sopra, ha fatto il suo ingresso in Aula intorno alle 9.15, quando il giudice Antonella Bertoja ha dato il via all’udienza.
Accompagnato da due guardie giurate, con altre due poco più avanti che gli hanno tolto le manette, si è posizionato nell’auletta vetrata a sinistra del pubblico.
Bossetti ha scelto un look sportivo per il suo debutto di fronte ai giudici: polo blu, jeans attillati e scarpe da ginnastica bianche. Da notare anche l’abbronzatura, che nonostante un anno passato in carcere risulta vivace come prima dell’arresto. I suoi capelli, invece, sono più scuri e senza i colpi di sole che aveva in alcune immagini dello scorso anno, ma sempre curatissimi. Così come l’immancabile pizzetto, sempre molto preciso.
Fin dall’inizio dell’udienza il 44enne è apparso tranquillo e a proprio agio nonostante la nutrita folla di presenti in Aula (oltre alla Corte e gli avvocati delle parti, anche una cinquantina tra giornalisti e curiosi).
Ha abbassato la testa un paio di volte, quando gli avvocati hanno pronunciato la parola "omicidio" (l’accusa per la quale è imputato), mentre ha sogghignato quando il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha spiegato che secondo le tracce di Dna ritrovate sul cadavere di Yara, il suo assassino dovrebbe avere gli occhi chiari, proprio come quelli di Bosseti.
Il carpentiere ha seguito l’intera l’udienza, durata in totale poco più di due ore, con estrema tranquillità.
Al termine, i suoi avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, lo hanno raggiunto nella saletta vetrata per un breve colloquio: "Allora Massimo, hai capito tutto?", "Eh, insomma…" la sua risposta sorridendo. "Tranquillo, tanto poi ti spieghiamo tutto noi. E comunque il processo vero e proprio inizierà dalle prossime udienze". "Lo so, sono tranquillo perchè ho fiducia nella giustizia", ha concluso Bossetti, sempre con il sorriso sulla bocca, prima di essere di nuovo ammanettato e uscire dall’aula per fare ritorno nel carcere di via Gleno a bordo di un furgone blindato.
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