Quasi dieci milioni di euro. E’ la cifra raccolta dalla Fondazione teatro Donizetti per la ristrutturazione del gioiello culturale che necessita della completa messa in sicurezza e di un piano di rilancio per un totale di 18 milioni di euro. L’ultimo contributo in ordine del tempo è quello elargito da Ubi Banca che ha messo a disposizione 2 milioni di euro. Merito soprattutto dell’Art Bonus, le detrazioni fiscali (65% per il 2015 e 50% per il 2016) approvate l’anno scorso dal ministro della Cultura Dario Franceschini.
Con le somme garantite da Fondazione Cariplo (3,5 milioni), Brembo (250 mila euro), Gewiss (60 mila), Carvico (100 mila euro), Siad (250 mila euro), Fondazione Credito bergamasco (250 mila euro) e Comune di Bergamo (1,5 milioni) la fondazione può guardare al futuro con ottimismo. Anche il sindaco Giorgio Gori, intervenuto in commissione sul tema, non è da meno: “Il nostro intento è riportare il teatro a nuovi fasti con un progetto molto articolato, per farlo diventare una macchina culturale più versatile – spiega -. Dobbiamo raccogliere 12 milioni di euro, mentre 6 potremo farceli prestare dalle banche utilizzando come garanzia le attività imprenditoriali che nasceranno come il nuovo ristorante il bookshop. Ad oggi siamo arrivati quasi a dieci milioni. Anche la Camera di Commercio si è impegnata a dare il suo contributo, anche se la cifra non è stata ancora stabilita. Poi busseremo alle porte di Confindustria, Ab Energie, Bonaldi, Rulmeca, assicurazioni Generali, Conad, Regione Lombardia, Banca Intesa A2A”. Il documento esaminato in commissione, che garantisce a Ubi Banca tutti i documenti in regola per ottenere le detrazioni fiscali, è stato approvato all’unanimità: “Esprimo piena soddisfazione. Si sceglie la strada della ristrutturazione integrale del teatro, che condiviso. Viene confermata la validità della scelta della fondazione di partecipazione, con una presenza forte da parte dell’ente pubblico. Inoltre si sta verificando un ottimo esempio di raccolta di fondi. Mi ha sorpreso la posizione dell’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti che aveva un’idea diametralmente diversa. Un anno fa aveva espresso voto negativo.”.
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