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Cola, record di panchine senza festeggiamenti: la Dea fa passi indietro

Il nostro Luciano Passirani analizza il pareggio conquistato coi denti dai nerazzurri sul campo del Torino. Un punto prezioso per la classifica, che ha comunque messo in luce tutti i limiti di un'Atalanta che, nonostante la rosa nettamente rinforzata in estate, sembra stia facendo passi indietro.

di Luciano Passirani

Colantuono con la panchina di Torino raggiunge Mondonico: 246 presenze nerazzurre, un record che serve solo alle statistiche. Dalla parte di Colantuono rimangono i risultati. Indiscutibili. Mondonico al contrario portò gioco godibile e l’Europa, sommando così numeri al suo record. Una chimera, oggi ancor più di ieri per il mister romano. Per amore di verità il baffo di Rivolta portò anche una retrocessione, per certi aspetti incredibile. Colantuono faccia gli scongiuri.

Nel frattempo i tifosi si adeguino al nuovo corso dell’Atalanta, sancito dalle parole del mister alla fine di una gara, quella di Torino, inguardabile: "Il risultato è la cosa più importante. Ora è indispensabile solo fare punti". Queste dichiarazioni giustificano tutto. Un solo tiro, colpo di testa di Stendardo, nel primo tempo. Poi grandi barricate e Sportiello che ancora una volta salva il risultato. Non è offensivo nei confronti di nessuno porsi qualche domanda. Non significa mettere in discussione l’allenatore. Dopo dieci giornate non sarebbe giusto. La società è fin troppo consapevole e le riflessioni non sono proibite. L’ Atalanta dopo un inizio di stagione confortante (Verona e Fiorentina) non vuole più avere una idea di gioco? Punta solo a difendersi. Inutile quindi prendersela con gli attaccanti ai quali non arriva una palla decente. Boakye, solo per lo speaker, schierato a Torino al fianco di Denis, ha finito per fare il centrocampista aggiunto votato a rompere il gioco avversario. E dall’altra parte c’era un Torino che non ha certo una rosa superiore all’Atalanta.

Colantuono in settimana aveva dichiarato: "Il modulo non è una priorità". Il che contrasta con le affermazioni estive: "L’Atalanta giocherà con il 4-4-1-1 oppure con il 4-4-2, che è nel dna di questa squadra". A Torino la squadra a sorpresa si è schierata con un 3-5-2 solo nominale, in realtà un catenacciaro 5-3-2. Con Migliaccio per la prima mezz’ora a fare il Cigarini, come regista basso, e Baselli a fare confusione senza trovare una vera posizione. Colantuono dirà che aveva pensato al 3-5-2 per avere tre difensori fisici per contrastare sulle palle alte gli attaccanti del Torino, di solito decisivi nel gioco aereo, che in partenza sono Quagliarella e Martinez. Qual è ora l’idea di modulo che Colantuono ha in testa? Siamo partiti con il 4-4-2 e 4-4-1-1 con i quali abbiamo fornito le migliori prestazioni, per poi virare sul 4-3-3 per finire all’attuale 3-5-2, meglio definirlo 5-3-2. La squadra sembra avere perso in autostima. Conclusione: passi indietro rispetto all’anno scorso. Vale per il gioco, purtroppo anche per la classifica. Possibile che Jack Bonaventura da solo facesse questa differenza?

IL MIGLIORE – Ancora una volta Sportiello. Brutto segno. Vuol dire che la squadra è schierata per non ripartire e la palla di conseguenza rimane nella metà campo dell’Atalanta. Un Torino con una rosa comunque non superiore ha avuto il predominio del gioco e a ragione reclama un mancato calcio di rigore. Il rischio di chi gioca solo a difendere in area.

DA RIVEDERE – Tutto o niente. A condizione che si accetti il nuovo corso dettato dal mister. Importante fare punti per la classifica. Il gioco verrà quando questa lo permetterà. Bizzarro teorema dopo sole dieci giornate, e con una rosa che permette più di un ricambio. Quasi a smentire un mercato estivo da tutti giudicato in maniera favorevole. Per questo, a Colantuono voto: non più di 5.

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