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Presidente pd

“Da Renzi attacco personale”, Gianni Cuperlo si dimette

"Ho scritto al segretario Matteo Renzi. Per comunicargli che mi dimetto da presidente dell'assemblea nazionale del Pd. Ecco il testo della lettera". Inizia cosi' la lettera di Gianni Cuperlo a Matteo Renzi pubblicata su Facebook. Cuperlo spiega di aver accettato la presidenza dell'assemblea Pd, all'indomani delle primarie, con un "atteggiamento leale e collaborativo senza venir meno alla chiarezza di posizioni".

 "Ho scritto al segretario Matteo Renzi. Per comunicargli che mi dimetto da presidente dell’assemblea nazionale del Pd. Ecco il testo della lettera". Inizia cosi’ la lettera di Gianni Cuperlo a Matteo Renzi pubblicata su Facebook. Cuperlo spiega di aver accettato la presidenza dell’assemblea Pd, all’indomani delle primarie, con un "atteggiamento leale e collaborativo senza venir meno alla chiarezza di posizioni" legate alla sua mozione congressuale. E anche nella Direzione di ieri, sottolinea, "sono intervenuto sul merito delle riforme e sul metodo che abbiamo seguito (…). Non c’era alcun pregiudizio verso il lavoro che hai svolto nei giorni e nelle settimane passate. Ho anche manifestato alcuni dubbi, insisto, di merito, sulla proposta di nuova legge elettorale". Infine, "ho espresso una valutazione politica sul metodo seguito nella costruzione della proposta". Ma, evidenzia Cuperlo, "ieri, e non per la prima volta, tu hai risposto a delle obiezioni politiche e di merito con un attacco di tipo personale". "Ritengo non possano funzionare un organismo dirigente e una comunita’ politica, e un partito e’ in primo luogo una comunita’ politica, dove le riunioni si convocano, si svolgono, ma dove lo spazio e l’espressione delle differenze finiscono in una irritazione della maggioranza e, con qualche frequenza, in una conseguente delegittimazione dell’interlocutore. Non credo sia un metodo giusto, saggio, adeguato alle ambizioni di un partito come il Pd e alle speranze che questa nuova stagione, e il tuo personale successo, hanno attivato", osserva Cuperlo. 

 "Nella tua replica -prosegue Cuperlo rivolto a Renzi- ho ascoltato la conferma che le riforme in discussione rappresentano un pacchetto chiuso e dunque, traduco io, non emendabile o migliorabile pena l’arresto del processo, almeno nelle modalita’ che ha assunto. Sino ad un riferimento diretto a me e al fatto che avrei sollevato strumentalmente il tema delle preferenze con tutta la scarsa credibilita’ di uno che quell’argomento si e’ ben guardato dal porre all’atto del suo (cioe’ mio) ingresso alla Camera in un listino bloccato". Quanto poi al merito dell’attacco ‘personale’ di Renzi, Cuperlo spiega: "Per il poco che possano valere dei cenni personali, sono entrato per la prima volta in Parlamento nel giugno del 2006 subentrando al collega Budin che si era dimesso. Vi sono rientrato da ‘nominato’ nel 2008 e nuovamente nel listino da te rammentato a febbraio di un anno fa. La mia intera esperienza parlamentare e’ coincisa con la peggiore legge elettorale mai concepita nella storia repubblicana. Sarebbe per altro noioso per te che io ti raccontassi quali siano stati la mia esperienza e il mio impegno politico prima di questa parentesi istituzionale. Pero’ la conosco io, e tanto puo’ bastare." "Quanto al consenso non so dire se in una competizione con preferenze ne avrei raccolte molte o poche. So che alcuni mesi fa, usando qualche violenza al mio carattere, mi sono candidato alla guida del nostro partito. Ho perso quella sfida raccogliendo pero’ attorno a quella nostra proposta un volume di consensi che io considero non banali". 

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