Se nel 1999, quando Claudia Terzi ha iniziato a fare politica, qualcuno le avesse detto che quattordici anni dopo avrebbe ricevuto la carica di assessore all’Ambiente in Regione, probabilmente si sarebbe messa a ridere. Ma oggi è tutto vero: l’avvocato di Dalmine è stato ufficialmente inserito nella squadra di Roberto Maroni e sarà l’unica bergamasca nella giunta del centrodestra che guiderà la Lombardia fino al 2018.
Terzi, ora si farà chiamare sindaco o assessore?
“Mi auguro che gli amici continuino a chiamarmi Claudia. Poi dipenderà dalla situazione dal momento che cercherò di dividermi tra i due incarichi”.
Quindi la sua intenzione è di non farsi da parte a Dalmine?
“Esatto. Se il prefetto mi darà l’ok chiederò il parere di Maroni e della mia giunta di Dalmine: se riceverò risposte positive porterò avanti col massimo dell’impegno il mandato che i dalminesi mi hanno assegnato nel 2009”.
Altrimenti?
“Altrimenti toccherà a Cividini, il mio vice, guidare Dalmine fino al 2014. Ai miei assessori ho chiesto un piccolo sforzo e sono certa che tutti daranno il 300%. Del resto, se ho ricevuto questa chiamata da Milano il merito è anche loro: questa mia nomina, infatti, rappresenta un premio anche per l’Amministrazione di Dalmine”.
Che ci dice delle sue prime ore da assessore?
“Quella di martedì è stata una giornata convulsa e ricca di impegni. E ora si pensa subito alla prima giunta. Insomma, siamo già al lavoro, in pieno stile Maroni”.
Ambiente, energie e sviluppo sostenibile, deleghe piuttosto pesantine, non trova?
“Per me si tratta di un ruolo nuovo e, soprattutto, di una sfida molto importante. Questa chiamata e questo assessorato sono un segno di stima e fiducia nei miei confronti ma, come detto prima, voglio anche pensare che si tratti di un premio per l’Amministrazione di Dalmine”.
Quali saranno le sue priorità?
“La questione del piano cave va assolutamente risolta ed è un problema che riguarda la Bergamasca. Poi c’è l’aria, un tema che mi hanno già messo sotto al naso negli uffici. E non mi dimentico dei rifiuti”.
Da sindaco di Dalmine ne sa qualcosa…
“Già, ma non userò la mia nuova posizione per influire sul caso Rea. Quando si parlerà di Dalmine spoglierò i panni di sindaco perché il tema della gestione dei rifiuti è fondamentale per tutta la Lombardia”.
Da semplice militante a sindaco, da sindaco ad assessore regionale: la sua carriera politica va a gonfie vele.
“Ho iniziato perché volevo lavorare per il mio territorio nel 1999 e ho sempre sognato un posto a Milano, non posso nasconderlo. Ma questa chiamata è stata una vera e propria sorpresa che non mi aspettavo”.
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