I primi accertamenti sui presunti rifiuti tossici trovati sotto la Brebemi scagionerebbero l’imprenditore di Grumello del Monte Pierluca Locatelli. Starebbero infatti arrivando, dai laboratori dei periti incaricati, i primi risultati delle analisi relative al materiale prelevato sotto il cantiere dell’autostrada: i primi risultati direbbero che, almeno per ora, le sostanze inquinati trovate sarebbero ben al di sotto dei limiti previsti dalla legge.
Insomma, i primissimi accertamenti scagionerebbero l’imprenditore bergamasco, finito in manette lo scorso 30 novembre con l’accusa di corruzione e di smaltimenti illecito di rifiuti. Ma se per la prima accusa, quella della presunta mazzetta girata al presidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, Locatelli avrebbe già ammesso le sue colpe, tramite i suoi legali Roberto Bruni ed Ennio Amodio ha respinto con forza le accuse riguardanti il presunto traffico di rifiuti.
Per far luce sul caso, comunque, è stato disposto un incidente probatorio che, il prossimo 21 maggio, darà le risposte che tutti aspettano circa la natura del materiale finito sotto la Brebemi. Il gip di Brescia ha nominato due periti: il geologo varesino Gianpaolo Sommaruga e l’ingegner Paolo Rabitti di Mantova, mentre la difesa di Locatelli ha scelto Lorenzo Pedersini, chimico di Brescia, e Claudio Ferri, consulente ambientale di Milano.
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