Il cantiere di Mapello non è del tutto uscito dall’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio, anche se, al suo interno, non è mai stata trovata una sola traccia della ragazzina. Nei giorni scorsi gli investigatori dell’Arma si sono recati di nuovo al cantiere, dove hanno ascoltato alcune persone. "Normali contatti nell’ambito delle indagini" suggeriscono gli inquirenti. Quindi non un sopralluogo, non una battuta in cerca di prove all’interno della struttura (ben 60 mila metri quadrati) o nell’area circostante di circa 30 mila metri quadrati.
I contatti tra i carabinieri e operai del posto fanno capire come l’eventualità di un passaggio di Yara da quel cantiere non sia mai stata chiarita del tutto, nè confermata nè smentita completamente. I carabinieri arrivano lì durante i primi giorni delle ricerche, grazie al fiuto dei cani molecolari bloodhound, tra i migliori segugi d’Europa. Cani che annusarono un calzino di Yara e portarono gli investigatori alla struttura commerciale in costruzione. Ci fu anche un sopralluogo del Ris di Parma, in cerca di tracce, in uno stanzino dedicato agli impianti elettrici, nel piano interrato della struttura. Ma non fu trovata una sola prova.
Gli ultimi accertamenti al cantiere sono stati effettuati prima delle recenti indiscrezioni, lanciate dal settimanale Oggi, secondo cui Yara potrebbe essere stata uccisa in un luogo diverso dal campo di via Bedeschi a Chignolo d’Isola.
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