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Premier ferito

Berlusconi sofferente in clinica Interrogato l’aggressore fotogallery

Il premier ?? stato raggiunto al volto da una statuetta usata come oggetto contundente attorno alle 18,20, mentre si attardava nel salutare i fan che lo avevano raggiunto alla base del palco.

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"Presidente Berlusconi una pronta guarigione. Gli italiani veri sono con te sempre". I sostenitori del premier si sono recati fin sotto le finestre dell’ospedale San Raffaele di Milano. E con slogan, bandiere e cartelli con messaggi di solidarietà hanno voluto testimoniare la loro vicinanza al premier, dopo l’aggressione di piazza Duomo che è costata al fondatore del Pdl la frattura del setto nasale, una lacerazione al labbro e la rottura di due denti.


«PORTATEMI I GIORNALI» –
Il capo del governo ha passato una notte tranquilla e al suo risveglio ha subito chiesto che gli fossero portati i quotidiani per leggere le diverse versioni sull’accaduto. In giornata dovrebbe essere dimesso dopo il periodo di osservazione precauzionale deciso dal suo medico di fiducia, Alberto Zangrillo, che lo ha assistito fin dall’inizio essendo anche lui presente alla convention milanese. In mattinata si è però diffusa la notizia secondo cui il periodo di osservazione potrebbe essere prorogato di altre 24 ore. Un’ipotesi, questa, confermata prima su Canale 5 e poi a SkyTg24 anche dal portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, che ha parlato di un premier «stanco e sofferente». «Ha avuto un gran mal di testa – ha spiegato il sottosegretario -, ma stamani ha chiesto come sempre i giornali e la rassegna stampa. E’ rimasto male per l’aggressione, ma se lo sentiva. In auto mentre riguardava il discorso, mi ha detto "non senti che clima di violenza, che spirale di odio, non pensi che possa succedere qualcosa?"».

Nella notte è stato trasferito nel carcere di San Vittore, dove ora è guardato a vista. E nelle oltre quattro ore di interrogatorio, prima del trasferimento nel carcere di San Vittore, Massimo Tartaglia ha reso piena confessione. Il 42enne che ha ferito il premier Silvio Berlusconi in piazza Duomo non ha dato alcuna giustificazione vera e propria del suo gesto ma ha ammesso di essere il responsabile dell’aggressione al capo del governo. Tartaglia, che ha dei problemi mentali, ha spiegato nel suo racconto che era andato al Duomo per assistere al comizio del premier e che se ne era andato quando ancora Berlusconi era sul palco, dissentendo da quello che il presidente del Consiglio stava dicendo. Il grafico 42enne stava raggiungendo la metropolitana quando ha visto la macchina del presidente del Consiglio parcheggiata, ma soprattutto ha sentito le grida di alcuni contestatori che hanno attratto la sua attenzione. A quel punto si è infilato in una strada laterale per tornare indietro e si è trovato davanti Berlusconi a cui ha lanciato il souvenir che aveva comprato poco prima su una bancarella. Tartaglia non ha spiegato i motivi del suo gesto e domenica mentre veniva interrogato in Questura appariva molto frastornato.

L’AGGRESSIONE
Silvio Berlusconi è stato colpito al viso da un uomo che teneva tra le mani una statuetta subito dopo il suo comizio in piazza Duomo, a Milano, in occasione della cerimonia di avvio del tesseramento al Pdl. Il premier è stato raggiunto al volto da una statuetta usata come oggetto contundente attorno alle 18,20, mentre si attardava nel salutare i fan che lo avevano raggiunto alla base del palco. Tra questi si era però infiltrato anche un individuo che, arrivato fino a ridosso del luogo in cui era parcheggiata l’auto del presidente del consiglio, è riuscito ad eludere la sorveglianza e a mettere in atto il suo proposito. Già durante il comizio Berlusconi era stato contestato da un gruppo di persone che si trovavano sul lato destro del palco. L’autore dell’aggressione non faceva tuttavia parte di quel gruppo e da quanto è stato possibile accertare ha agito da solo. 
Massimo Tartaglia, l’uomo fermato a Milano dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi, risulta sconosciuto alla Digos. Risiede nell’hinterland milanese. Nei confronti di Tartaglia gli investigatori non hanno alcuna segnalazione che possa farlo ritenere vicino a gruppi organizzati o dell’estremismo. Di fatto è un completo sconosciuto alla Digos, che sta adesso sentendo l’uomo per capire cosa lo ha spinto a colpire Berlusconi. L’ipotesi, al momento ritenuta più attendibile, è quella del gesto di uno sconsiderato.
"Sto bene, sto bene". Così ha detto Silvio Berlusconi mentre veniva portato fuori dal Pronto Soccorso del San Raffaele per essere trasferito in una stanza di ospedale. Il premier è stato trasferito in corsia steso in barella, in maniche di camicie e tenendosi stretta sul volto la borsa del ghiaccio. Mentre veniva portato fuori dal pronto soccorso ha stretto la mano a uno del suo staff, che lo ha raggiunto in ospedale. «Sto bene, sto bene», ha esclamato. Poi il premier ha ricevuto la visita di diversi amici e esponenti politici e a loro ha detto di essere "amareggiato" per "questa campagna di odio". "Questo – ha spiegato – è il frutto di chi ha voluto seminare zizzania. Quasi me l’aspettavo…". Berlusconi, che ha chiesto invano ai medici di dimetterlo subito e di permettergli di tornare nella residenza di Arcore, a tutti ha ripetuto di essere stato nei giorni scorsi nel mirino di una campagna di veleni. "Tutti dovrebbero capire che non è possibile oltraggiare un presidente del Consiglio, questa è la difesa delle istituzioni". Al di là dell’amarezza, il Cavaliere ha sottolineato di non voler minimamente farsi impressionare dall’episodio. "Sono ancora qui e non mi fermeranno".

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