Bergamo. La pioggia che lunedì sera ha provocato il rinvio del match non è stata nulla rispetto alla valanga che si è abbattuta nel recupero di stasera sull’Atalanta. E così un ottimo Como passa con merito al Gewiss Stadium, infliggendo alla Dea la terza sconfitta in cinque gare.
Il 2-3 finale mi pare addirittura stretto per la squadra lariana, che si è dimostrata nettamente superiore ai nostri. Sono assolutamente convinto che questa non sia la vera Atalanta, ma il mister e la squadra devono al più presto porre rimedio ad una situazione che potrebbe diventare preoccupante. Mi riferisco soprattutto alla messa a punto del reparto difensivo che, ad oggi, risulta il più perforato dell’intera serie A, oltre due gol a partita di media subiti, 11 totali.
E quando, come in questa occasione, le polveri in avanti sono bagnate, vai necessariamente sotto. I nostri hanno giocato a calcio per 20 minuti, fino al gol di Zappacosta, poi hanno spento la luce, quasi come se la gara fosse già in cassaforte.
Il Como ha invece forzato e già nel primo tempo è andato vicino al pareggio in tre occasioni nelle quali Carnesecchi si è superato. Nella ripresa il crollo totale; in 13 minuti i lariani segnano tre reti e gli avanti azzurri fanno letteralmente impazzire la nostra difesa.
La squadra non reagisce, sembra molle, senza idee, senza gioco, senza motivazione. Il Gasp prova a rivoluzionare uomini e assetto ma le cose non cambiano. Il gol del 2-3 su rigore di Lookman (bravo il giovane Vlahovic a procurarselo) arriva troppo tardi.
Altri tre punti buttati e prestazione da dimenticare, e anche alla svelta. Tutti molto male, il mister non si nasconde in conferenza stampa ammettendo la prova sottotono, senza motivazione ed umiltà.
Bisogna tornare ad avere gli occhi della tigre, soprattutto in gare come questa dove magari risulta più difficile crearsi le motivazioni rispetto a quando si affrontano le big.
Sabato a Bologna ci sarà l’occasione per un pronto riscatto: avanti con fiducia, dopo la pioggia torna sempre il sole.
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