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L'intervista

Moni Ovadia: “Devastare l’ambiente è un suicidio, l’economia non prevalga sulla salute”

L'attore, scrittore e musicista, ma anche attivista dei diritti civili e sociali, invita a prendersi cura della nostra Madre Terra, stigmatizzando come l’uomo si senta onnipotente ma in realtà non lo è

“Devastare l’ambiente è un suicidio, l’economia non dovrebbe prevalere sulla salute”. Così Moni Ovadia, attore, scrittore e musicista, ma anche attivista dei diritti civili e sociali, invita a “prendersi cura della nostra Madre Terra”, stigmatizzando come “l’uomo si senta onnipotente ma  in realtà non lo è”.

Scuotendo le coscienze, esorta a porsi domande sul rapporto fra gli esseri umani e il pianeta: lo abbiamo intervistato chiedendogli una riflessione su questo tema, che da sempre gli sta a cuore.

Stiamo assistendo a eventi metereologici estremi. Pensiamo, per esempio, all’Emilia Romagna, ma anche al forte nubifragio che ha colpito Bergamo fra l’8 e il 9 settembre. Cosa ne pensa?

Secondo me i negazionisti della questione ambientale hanno grossi problemi. Il cambiamento climatico c’è sempre stato nella storia del nostro pianeta, ma non è mai stato così veloce. Questa situazione è effetto dell’uomo ed è evidente che sia così. Vorrei fare un paio di riferimenti al pensiero biblico per esprimere il profondo nesso che lega gli esseri umani alla Terra.

Quali?

Nella Genesi è scritto che Dio ha plasmato l’uomo con polvere del suolo. Significa che l’essere umano è fatto della stessa materia dell’ambiente in cui vive, quindi se lo aggrediamo è come se aggredissimo noi stessi. Sempre secondo la narrazione della Bibbia, a prescindere da ogni considerazione religiosa, all’uomo è stata affidata la cura e la custodia dell’ambiente. Ne è il custode, non il proprietario, perché ha una vita limitata: se ne va e deve consegnare ad altre generazioni quello che ha ricevuto, altrimenti guasta il senso stesso della vita.

Cosa intende?

I figli  vengono generati per metterli nelle condizione di vivere una vita giusta, buona e sana. Chi li concepirebbe sapendo di immetterli in un ambiente devastato, intossicato e avvelenato, quindi invivibile? Il senso dell’essere uomini è quello di essere parte della natura.

Ci spieghi

Noi abbiamo la facoltà di intervenire e creare oggetti, opere e progetti, ma se la usiamo a scopo distruttivo vuol dire che abbiamo pervertito il senso stesso della nostra esistenza in questo mondo. La cura dell’ambiente dovrebbe essere fondamentale: è tra i primi punti che inserirei in una mia agenda di governo.

E quali temi ritiene prioritari per il Paese?

Lo stato sociale, la cura dell’ambiente, la salvaguardia della pace, gli investimenti sull’istruzione pubblica, la tutela della sanità pubblica e il sostegno alla cultura. L’economia dovrebbe venire molto dopo: non possiamo subordinare la vita e quello che ci permette di esistere a istanze economiche.

Non è semplice

Si, ma dobbiamo sapere che il nostro compito è garantire la salute dell’uomo e dell’ambiente. L’economia deve parametrarsi a questo, e non prevalere, altrimenti è una perversione del senso della vita. Lula, il presidente del Brasile, attento a queste tematiche, è riuscito a ridurre la deforestazione nel suo Paese di un terzo. Si è impegnato a riguardo, ma pare che sia il massimo che si riesca a fare. C’è una sorta di furia dell’uomo nei confronti dell’ecosistema che è come suicidarsi. Spesso si dice che si sta rovinando il pianeta, la nostra Madre Terra, ma un giorno o l’altro lei si riassesterà scrollandosi di dosso l’umanità e sarà quest’ultima che non potrà più vivere. Ci caratterizza una grande follia e dobbiamo rendercene conto.

Potrebbe fare qualche esempio?

Nel mondo ci sono 15.500 ogive nucleari e ne basterebbero 600 per cancellare l’umanità. Si potrebbero fare moltissimi altri esempi, ma può bastare questo dato per indicare la follia dell’uomo. La nostra Madre Terra ci ha messo a disposizione tutto, anche le risorse naturali come il gas, ma noi ne facciamo un uso talmente spropositato da rischiare di devastarci. L’arroganza dell’uomo gli fa credere di essere onnipotente ma non lo è. Basta un’alluvione per capire la nostra vulnerabilità. Pensiamo al dramma che in questi giorni ha tragicamente colpito la nostra bellissima Emilia Romagna, ma anche a tanti altri fenomeni climatici estremi. Dovremmo avere cura dell’ambiente e volergli bene, proteggerlo e studiarlo in profondità, invece ci comportiamo come se fosse inerte. Invece la Terra è viva, noi stiamo calpestando una vita che si ribella volendo sopravvivere a noi. E colgo l’occasione per aggiungere una considerazione.

La ascoltiamo con molta attenzione

Ci sono uomini che devastano il pianeta e magari hanno 60-70 anni. Penso che dovrebbe essere loro proibito farlo per legge perché non ci saranno per essere giudicati e per pagare le loro colpe quando le azioni devastanti che hanno compiuto, magari fra vent’anni, manifesteranno la loro furia e non è giusto. Dovrebbe essere permesso di fare opere che incidono sul pianeta fino all’età di 40-45 anni in modo che questi soggetti possano rispondere ai figli, ai nipoti e alle nuove generazioni della loro infinita stupidità criminale.

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