• Abbonati
La sentenza

Tentato omicidio del trapper Simba La Rue, condanne per 25 anni per 4 imputati

Per Francesco Menghetti e Youness Foudad una pena in abbreviato a 7 anni, per Moaad Amagour, fratello di Baby Touché, a 6 anni. Samir Benskar ha patteggiato 5 anni

Treviolo. Sette anni in abbreviato per il 25enne milanese Francesco Menghetti e per Youness Foudad, originario del Marocco, 31 anni; sei anni per Moaad Amagour, 25 anni, fratello di Baby Touché, mentre Samir Benskar, 21 anni, ha patteggiato una pena di 5 anni.

Queste le condanne per i quattro imputati accusati del tentato omicidio del trapper Simba La Rue, avvenuto in un parcheggio di Treviolo la notte del 16 giugno del 2022. Una faida tra due gruppi rivali nata da una prima aggressione a calci e pugni a Baby Touché avvenuta nel padovano, vendicata con l’agguato nel paese dell’hinterland bergamasco studiato a tavolino su mandato dell’ex fidanzata della vittima, Bibi Santi, anche lei indagata per lo stesso reato insieme ad altri 4.

Il pubblico ministero Emma Vittorio aveva chiesto 8 anni per i tre gli imputati che hanno discusso l’abbreviato. Due i coltelli che hanno colpito Simba, forse tre secondo l’accusa: in base a quanto si deduce dalla sentenza (le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni) sarebbero stati  usati da Menghetti e Foudad. Amagour aveva solamente picchiato il trapper mentre Benskar non aveva partecipato attivamente all’aggressione ma aveva fornito tutte le indicazioni per permettere agli altri complici di arrivare al parcheggio nel momento in cui Simba e la fidanzata stavano arrivando con la macchina.

I sei fendenti sferrati al cantante avrebbero potuto ucciderlo, secondo il perito nominato dal gup Riccardo Moreschi. Una coltellata avrebbe potuto perforargli un polmone, un’altra gli aveva lesionato il nervo femorale: Simba La Rue era stato operato d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni e un mese dopo aveva subito un secondo intervento in quanto le sue condizioni erano peggiorate e avrebbe potuto perdere la gamba. Ecco perché è stata respinta la richiesta delle difese di derubricare il reato da tentato omicidio a lesioni aggravate.

Nel corso dell’udienza preliminare di venerdì 20 settembre, gli imputati hanno voluto rilasciare spontanee dichiarazioni e si sono scusati, dicendosi pentiti di ciò che avevano fatto.

“L’aggressione a Simba La Rue è maturata in un momento storico particolare, di grande rivalità tra i due gruppi – ha dichiarato l’avvocato Michele Cinquepalmi, che difende Amagour -. L’azione della procura di Bergamo e di quella di Milano hanno in questo caso svolto un ruolo sociale. Ora la situazione si è molto calmata rispetto a due anni fa”.

Benskar, difeso dall’avvocato Rocco Lombardo, ha versato un risarcimento di 5mila euro in favore del patronato San Vincenzo, dato che Simba La Rue ha rifiutato il denaro, mentre Faudad, difeso dall’avvocato Alessandro Rossini, ha versato 2mila euro nei confronti dello stesso ente, in base alle sue possibilità economiche. Lui è l’unico ancora in carcere ma nel corso dell’udienza il difensore ha richiesto gli arresti domiciliari come per gli altri imputati e verosimilmente, visto anche il parere favorevole del pubblico ministero, lascerà la sua cella già in giornata. La richiesta di una misura meno afflittiva era già stata avanzata ma, al contrario degli altri imputati, Foudad non aveva un domicilio dove scontare gli arresti e così era rimasto in carcere.

Ad attendere la sentenza, seduti al tavolino di un bar vicino a via Borfuro, Baby Touché e altri amici. Poco prima della lettura della sentenza, durante un momento di pausa, Moaad Amagour, in completo blu, è corso ad abbracciare il fratello.

 

Simba La Rue
Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI