• Abbonati
Al kilometro rosso

Mario Draghi: “Il futuro dell’Europa passa dall’innovazione. Ricerca e investimenti, bisogna agire in fretta” fotogallery video

L'ex presidente del Consiglio in visita a Bergamo dopo la consegna del report sulla competitività dell'Unione Europea: "La decarbonizzazione una fonte di crescita, i fornitori di energia a basso costo si sono rivelati nemici"

Bergamo. Il pilastro per mantenere la competitività dell’Europa. È “innovazione” la parola chiave del report “Il Futuro Europeo della competitività“, preparato da Mario Draghi su commissione di Ursula von der Leyen. Un rapporto che è stato il fulcro delle riflessioni sviluppate dall’ex presidente del Consiglio e della Bce durante la sua visita a Bergamo al Kilometro Rosso, invitato per dibattere sul ruolo dei centri di innovazione nel panorama europeo.

Draghi, intervistato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, ha toccato le tre azioni individuate dal report come essenziali per affrontare il futuro che attende il Vecchio Continente: il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina e le modalità per colmarlo, l’importanza di attuare un piano europeo per la decarbonizzazione e la riduzione delle dipendenze strategiche.

“Il rapporto contiene una serie di indicazioni – esordisce Draghi -, molte delle quali sono indirizzate alla Commissione europea che le ha già accolte inserendo alcuni punti nelle lettere consegnate ai singoli commissari (scelti da von der Leyen e incaricati il 17 settembre, ndr). Ora la cosa più importante è decidere e agire. La percezione di quanto terreno sia stato perso è diventata sempre più pressante: il report è un invito ad agire velocemente”.

“Fino a pochi anni fa parlando con politici e industriali avvertivo un senso di tranquilla sicurezza. Questa percezione è cambiata e si è tramutata in ansia, consapevolezza della necessità di agire – continua -. Il mondo è cambiato in tanti modi e per noi europei non è cambiato in meglio. L’Europa è la parte del mondo più aperta all’interscambio: questo modello funziona solamente se tutti osservano le medesime regole, altrimenti diventiamo esposti. I nostri fornitori dell’energia a basso costo si sono rivelati nemici e hanno usato la stessa energia per colpirci”.

Il rapporto evidenzia il fabbisogno finanziario che serve all’Unione Europea per raggiungere gli obiettivi prefissati: parliamo una cifra tra i 750 e gli 800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui: “La stima degli investimenti necessari è attendibile ed è stata fatta dalla Commissione e dalla Bce. Gli obiettivi sono stati già approvati, tramite votazione, dai governanti dei nostri paesi. Vedo un grande impegno politico nella loro realizzazione: questo è il primo dato importante”.

 

Il gap nell’innovazione tra Europa, Stati Uniti e Cina è uno dei temi più scottanti affrontati nel report. “Nel nostro paese ad essere all’avanguardia nella spesa per ricerca e innovazione sono le case automobilistiche, una situazione che negli Usa si è verificata vent’anni fa: oggi in America queste imprese sono hi-tech – afferma -. L’interscambio tra università e imprese negli Stati Uniti è continuo: i professori trascorrono veri e propri periodi di studio all’interno dei centri di ricerca”.

“Un altro fattore è la combinazione di investimenti pubblici e privati: negli Usa la proporzione è di 20 contro l’80%, in Europa è l’opposto – prosegue l’ex presidente della Bce, che ha conseguito il Ph.D. in Scienze economiche al Massachusetts Institute of Technology -. In realtà nel nostro continente il settore pubblico spende in percentuale esattamente quello che spende il governo statunitense: ma se in America la maggior parte dei fondi sono gestiti dal governo federale, da noi il 10% dei finanziamenti è gestito a livello europeo mentre il rimanente a livello nazionale”.

E sui finanziamenti dei privati: “Annualmente negli Stati Uniti le aziende private spendono 280 miliardi di dollari in più delle imprese europee: parliamo di filantropia, donazioni di società private. Dobbiamo essere consapevoli di non poter cambiare questo sistema dal nulla, ma dobbiamo spendere di più a livello europeo in ricerca e innovazione: anche in Europa il privato deve fare la sua parte e giocare il suo ruolo nel ciclo dell’innovazione”.

“Il mercato europeo, fatto di 450 milioni di consumatori e decine di milioni di imprese, risparmia di più: non siamo piccoli, eppure cresciamo molto meno – sottolinea Draghi -. Bisogna ricordare come negli ultimi anni la produttività delle industrie europee è stata superiore a quella statunitense: l’innovazione deve essere centrata e prevedere un mutamento nella composizione industriale, un’idea realizzabile solamente in un sistema sociale di welfare forte, dove noi europei partiamo avvantaggiati. Una chiave del rapporto è la maggior produttività del settore dell’alta tecnologia”.

La seconda grande questione posta nel rapporto è quella legata all’attuazione di un piano europeo per la decarbonizzazione. “Gli obiettivi nella lotta al cambiamento climatico sono ambiziosi, stiamo trasformando le nostre industrie per vincere la sfida contro la decarbonizzazione – dichiara Draghi -. La decarbonizzazione è una fonte di crescita, non un ostacolo: l’ostacolo alla crescita deriva dal disallineamento delle politiche finalizzate alla concorrenza e alla competitività. Nel campo delle tecnologie di decarbonizzazione siamo all’avanguardia: il 25% dei nuovi brevetti sono europei. Il primo interesse comune a livello europeo deve essere la costruzione di reti, il progetto strutturale più urgente”.

Sul Green Deal e sulla possibilità che siano stati prefissati obiettivi irrealizzabili: “Il rapporto avverte che per raggiungere certi obiettivi è necessario fare investimenti e ridisegnare certe politiche. La sostenibilità è stata inserita tra gli obiettivi europei: l’intero sistema di politiche economiche e climatiche deve essere allineato. La richiesta di ritardare i termini del Green Deal deriva dal fatto che ci si aspettava degli investimenti che poi non ci sono stati: o si retrocede con gli obiettivi o si procede con gli investimenti”.

La terza grande linea di azione contenuta nel report è la riduzione delle dipendenze strategiche. “Le interdipendenze con la Cina sono aumentate in maniera straordinaria negli ultimi vent’anni: l’80% del fabbisogno digitale è importato dalla Cina. Certamente è il discorso è ampio ed include un ragionamento sul fatto che la Cina possiede il controllo delle materie prime in Africa e in Asia. Dobbiamo accelerare l’innovazione, aumentare la produzione europea e sottoscrivere trattati con i paesi produttori tramite accordi preferenziali commerciali e industriali, che in uno spirito di solidarietà si muovano nella direzione di sostenerli nella decarbonizzazione. Nei rapporti di commercio internazionale per l’Europa non esiste solo bianco e nero: l’Ue procede con cautela, settore per settore. Bisogna muoversi in modo negoziale, questo è il messaggio fondamentale del rapporto”.

Sulla governance: “La Commissione europea negli ultimi vent’anni ha legiferato su una straordinarietà varietà di argomenti: la sussidiarietà applicata alle tasse serve a ricordare che su alcuni argomenti ha senso legiferare a livello europeo e su altri conviene lasciare liberi i paesi membri. La Commissione deve semplificare alcuni dei provvedimenti che ha emanato: nel campo digitale ci sono due leggi che si sovrappongono e a causa degli obblighi burocratici non gestibili rendono la vita difficile, se non impossibile, alle Pmi che tentano di entrare nel mondo digitale. L’idea è di creare un ufficio attraverso il quale vengano filtrati i regolamenti per domandarsi se questi effettivamente aumentino la competitività o se si tratti di materie sulle quali la Commissione è meglio non legiferi”.

“Il mercato europeo è frammentato da standard, leggi e regolamenti diversi – chiosa -. La Commissione deve concentrarsi sul rispetto del mercato unico. È un obiettivo che si può perseguire in diversi modi: se uno Stato non osserva le direttive comunitarie si potrebbe ad esempio andare in Corte di giustizia. Il mercato unico dei capitali è cruciale per poter mobilizzare i risparmi necessari a finanziarie 800 miliardi di investimenti, dove protagonista sarà il settore privato: bisogna dare la possibilità di investire su scala europea e non solamente su un ristretto livello nazionale. L’impegno per arrivare ad un mercato capitale unico è ormai vecchio: sono ottimista, credo si andrà avanti. Quello che mi colpisce è la percezione della gravità della situazione”.

Il futuro dell’Europa si gioca in un contesto internazionale sempre più minacciato da guerre e situazioni di tensione geopolitica: “Le società occidentali dopo la Seconda guerra mondiale hanno vissuto il più lungo periodo di pace della storia umana. Una storia che è da sempre una storia di guerra, mai scomparsa dal nostro pianeta. Le nostre democrazie devono essere attive, vitali e inclusive. Anche nel mondo dell’innovazione e degli investimenti siamo un continente in cui la distribuzione del reddito è più eguale rispetto a Stati Uniti e Cina. Il rapporto si basa proprio sui nostri valori: equità, pace, democrazia”.

Un altro tema estremamente attuale è la crisi dell’automotive europeo: “Vedo società automobilistiche tecnologicamente all’avanguardia e anche nei confronti della concorrenza cinese sento una sicurezza, una relativa tranquillità. Le sensazioni tuttavia cambiano a seconda della fascia di mercato, ci sono settori che sono meno tranquilli. Certo, se la Cina prima esportava a monte della catena oggi esporta anch’essa il manufatto, è diventata concorrente a tutti gli effetti, ed ha iniziato ad investire nelle batterie con dieci anni di anticipo rispetto a noi”.

 

Mario Draghi Kilometro Rosso Bergamo
Mario Draghi sul palco con Luciano Fontana

 

Sulle fonti di energie rinnovabili e sulla possibilità di riportare il nucleare sul territorio italiano: “Il report è neutrale per quanto riguarda il nucleare. L’energia si può produrre con tutte le fonti, non c’è una preferenza. Bisogna favorire tutto ciò che riduce la carbonizzazione e produce energia: due obiettivi intimamente legati tra di loro. L’ottenimento di energia a prezzi più bassi è un aspetto fondamentale: nel 2022 il gas ha coperto il 67% del costo complessivo dell’energia pur rappresentando soltanto il 21% del mix energetico utilizzato. Per di più la componente gas è quella più volatile, sulla quale abbiamo meno controllo: c’eravamo messi in una condizione in cui l’input al processo produttivo era controllato da non europei”.

“Il report indica quello che bisogna fare: se ciò non venisse fatto continueremo a decrescere diventando sempre più poveri”, conclude Draghi.

Gli interventi del mondo bergamasco

Ad intervenire sul palco prima dell’ex presidente del Consiglio i massimi rappresentanti del mondo industriale, scientifico e accademico bergamasco. Da Alberto Bombassei, presidente del Kilometro Rosso e presidente emerito della Brembo, che ha introdotto l’incontro e sottolineato il valore del rapporto di Draghi per il futuro della competitività dell’Unione Europea (qui l’intervento completo), alla presidente di Confindustria Bergamo Giovanna Ricuperati, che confida in una strategia europea che si basi su azioni di sviluppo che coinvolgano territori e imprese (qui il suo discorso).

Senza dimenticare il direttore dell’Istituto Mario Negri, il dottor Giuseppe Remuzzi, che ha rilanciato l’idea di un’Agenzia europea del farmaco in un toccante discorso sulla tradizione di solidarietà presente da millenni in Europa in ambito sanitario (qui l’intervento integrale).

“Nel corso delle mie visite istituzionali in Cina ho avuto la chiara percezione dei salti tecnologici che il paese sta registrando – così Sergio Cavalieri, rettore dell’Università degli Studi di Bergamo all’inizio del suo intervento -. Un’innovazione tecnologica non fine a se stessa, ma connessa a obiettivi di sostenibilità e standard ambientali, a progressi nell’adozione di pratiche di economia circolare che avrebbero dovuto rappresentare il differenziale competitivo strategico del nostro continente. Ne sono un esempio le percentuali di vendita dei NEV, i veicoli a nuova energia: solo tre anni fa rappresentavano il 7% delle vendite totali di veicoli in Cina, rispetto al 50,7% registrato lo scorso luglio”.

 

Mario Draghi Kilometro Rosso Bergamo
L'intervento del rettore dell'Università di Bergamo

 

“Dobbiamo necessariamente operare coesi per ricalibrare la curva spazio-temporale che, altrimenti, rischia di portarci verso una progressiva e inesorabile involuzione – continua il rettore – Bisogna partire dalla persona, dal capitale umano. Il report evidenzia il divario di competenze digitali a livello europeo: circa il 44% degli europei non possiede competenze digitali di base; ma se analizziamo il dato a livello nazionale, questa percentuale sale al 54%, contro il 18% di analfabeti digitali della Finlandia o dell’Olanda. Può sembrare paradossale ma dobbiamo essere in grado di rallentare: un rallentamento solo apparente, di fatto, se rallentare significa investire nella formazione delle persone, nella conoscenza e nell’apprendimento. Nella capacità di preparare i nostri giovani e far crescere coloro che sono già attivi nel mondo del lavoro perché siano in grado di gestire, presidiare, interpretare e, perché no, anticipare i cambiamenti tecnologici, traducendoli in innovazione e nuova imprenditorialità”.

“Se intendiamo realmente recuperare il tempo perduto, dobbiamo prefiggerci di essere più snelli e veloci nelle decisioni – conclude Cavalieri – L’onere normativo e regolatorio è elevato e non smette di crescere: si ha la sensazione di scalare una montagna con uno zaino colmo di pietre e, tornante dopo tornante, sempre più pesante. Per poter correre, è necessario prima di tutto disfarsi del fardello che non ci è utile e ci affatica soltanto”.

“Il confronto con Draghi si concentra su temi cari al nostro distretto, come ricerca e innovazione – così Salvatore Majorana, direttore del Kilometro Rosso, in collegamento video dal Kenya, dove si trova in questi giorni per l’Assemblea internazionale dei parchi scientifici -. Le start-up crescono e si sviluppano all’interno dei parchi scientifici: la Cina vede fiorire vere e proprie città dell’innovazione. In Italia la situazione è diversa. Il Pnrr prevedeva risorse da destinare ad attività di trasferimento tecnologico: ma i 350 milioni sono stati distribuiti al di fuori dei parchi scientifici. Da tempo ormai abbiamo aperto un tavolo di confronto insieme ad Innovhub ma dopo un anno non è ancora successo nulla: i parchi scientifici continuano a rimanere fuori dall’agenda politica. Il nostro paese e l’Europa si meritano un investimento maggiore nell’innovazione”.

“L’innovazione corre positivamente rispetto alla variazione di Pil: chi investe di più nella ricerca e sviluppo trasforma di più in Prodotto interno lordo – le parole di Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia -. Un aspetto chiave è lo sviluppo dell’intelligenza artificiale: la scienza di oggi rappresenta la tecnologia del domani. In Italia dobbiamo fare di più: se ne parla ovunque ma se vogliamo competere è necessario un cambiamento sostanziale. Abbiamo sì bisogno di infrastrutture, ma anche di persone: mancano 90.000 ingegneri, ad un milione di lavoratori manca la capacità di utilizzo di tecnologie nuove. La situazione è drammatica: la stima è che da qui al 2040 perderemo, per l’entrata in pensione, 3,7 milioni di lavoratori”.

Al convegno presenti anche Elena Carnevali, Giorgio Gori, Giovanni Sanga, Cristina Bombassei e numerosissimi altri volti noti del mondo bergamasco.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Giuseppe Remuzzi Kilometro Rosso Mario Draghi
L'appello
Remuzzi lancia l’Agenzia europea per il farmaco: “La nostra tradizione di solidarietà un esempio per tutto il mondo”
Alberto Bombassei kilometro Rosso Draghi
Le parole
Alberto Bombassei: “I ritardi nell’innovazione un freno alla ripresa della competitività dell’Europa”
Giovanna Ricuperati Kilometro Rosso Draghi
L'intervento
Giovanna Ricuperati: “A Bergamo la competitività è un’ossessione, l’innovazione può mettere le ali alle Pmi”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI