Lallio. Dieci anni, infiniti ricordi. Tutti fatti di musica ed emozioni. Nella serata di giovedì 19 settembre la rassegna “Box Organi. Suoni e parole d’autore” ha dato il via al suo decimo anniversario dalla fondazione, resa possibile dall’impegno di Alessandro Bottelli, direttore artistico, la parrocchia di Lallio e l’associazione “Libera musica”.
A tagliare i nastri di partenza, presso la chiesa parrocchiale di Lallio, è stato un veterano, l’organista e jazzista Roberto Olzer, che ha portato con sé il suo “Secondo libro di canzoni per sognare”, un viaggio senza tempo dagli Spirituals, fino a Genesis, passando per la passionalità di Piazzola e l’energia dei Beatles. Un repertorio oltremodo vario per uno strumento che racconta molto del passato della musica. Del resto, dopo gli studi classici, approfonditi con i diplomi in organo e pianoforte, e dopo l’apprendimento del repertorio jazzistico, non sono mancati gli incontri pop nella carriera di Olzer. L’organista ha, infatti, collaborato in numerose occasioni con artiste come Antonella Ruggiero, Tosca, Simona Bencini e Susanna Parigi.
Ma prima del momento musicale, don Fabio, a cui è stato dedicato il concerto, ha preso la parola dal pulpito per salutare il numeroso pubblico: “Benvenuti a questa serata di apertura della decima edizione della rassegna Box Organi – ha detto, aggiungendo commosso –. Questa serata si è trasformata in una festa di saluto a me, che a breve sarò trasferito. Colgo l’occasione per dare il benvenuto a don Patrizio”.
“Questo concerto non poteva che essere in onore di don Fabio – ha poi affermato il direttore artistico Bottelli –. Fin dall’inizio lui è stato compagno di avventura della rassegna, nata anche per valorizzare l’organo Bossi Urbani presente nella chiesa di Lallio, che ci ha permesso di proporre eventi musicali unici e particolari”.
“Devo inoltre ringraziare il Comune di Lallio e la Camera di Commercio per il patrocinio e per il sostegno costante – ha aggiunto Bottelli – Grazie anche al contributo di Fondazione Credito Bergamasco e delle ditte Montello, Zanetti, Agnelli Metalli, Agnelli, Ambrosini, che hanno reso possibile la realizzazione della rassegna”
Il concerto è iniziato all’insegna della spiritualità: un intreccio preziosa eredità afroamericana unita alla grinta del genere gospel, dove hanno risuonato i canti di battaglia di Gerico sino alle melodiose note della celebre “I will follow him” di Franck Pourcel.
Alla passionalità del tango, espressa dalle composizioni di Piazzolla, Salgado e Piana, è seguito un tuffo nella maestose e immortali colonne sonore hollywoodiane eseguite con l’organo/orchestra che ha fatto venir meno il carattere imponente di colossi come “Jurassic Park” e “Interstellar”.
L’anima jazz di Duke Ellington ha anticipato la suite dedicata a quattro cantautori italiani: Battisti, Dalla, Paoli e Concato. Il viaggio di Olzer ha poi toccato le coste del Brasile fino ad arrivare alle origini e trionfo del pop/rock internazionale: Beatles, Genesis, Bowie, Sting e gran finale gli Europe e la loro “The final countdown”.
La tecnica e la padronanza interpretativa di Olzer sono state valorizzate dall’organo realizzato dai Bossi Urbani, una delle più importanti nel panorama organario italiano del XIX secolo. Il pregevole strumento storico, perfettamente integrato con la struttura architettonica della chiesa, ha caratteristiche distintive che lo rendono unico. Per esempio, è dotato di una ricca tavolozza timbrica, con registri che spaziano dai suoni più delicati e dolci, come la voce umana e il flauto, a quelli più potenti e solenni, come il principale e la tromba. Questa varietà di registri permette di eseguire un ampio repertorio, dal barocco al romantico.
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