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Stato di agitazione

Direttori della Giustizia in sciopero anche a Bergamo: “No alla soppressione del nostro profilo professionale”

Il 20 settembre incroceranno le braccia per 24 ore aderendo alla protesta proclamata dal Comitato Nazionale contro la proposta del Ministero

Bergamo. Anche alla Procura e al Tribunale di Bergamo i Direttori del Ministero della Giustizia sono in stato di agitazione e, per contrastare la soppressione del loro profilo professionale, venerdì 20 settembre aderiranno allo sciopero di 24 ore proclamato dal Comitato Nazionale Direttori Giustizia.

Da settimane, i Direttori si oppongono alla proposta del Ministero di accorparli nell’Area dei Funzionari amministrativi, considerandola una dequalificazione del loro ruolo. Chiedono, invece, di essere inquadrati nell’Area delle Elevate Professionalità (EP), che aderirebbe perfettamente al grado di responsabilità e alla preparazione richieste dal loro lavoro.

Lo sciopero del 20 settembre fa seguito alla manifestazione già svolta a Roma presso la Corte di Cassazione. Un ulteriore passo del Comitato Direttori Giustizia per far valere le proprie istanze che ha trovato il sostegno di parlamentari di maggioranza e opposizione che hanno presentato apposite interrogazioni al Ministro della Giustizia Carlo Nordio.

In una nota, anche l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) ha espresso il proprio sostegno, sottolineando che, pur riconoscendo la necessità di razionalizzazione e ottimizzazione del servizio, è fondamentale che il Ministero valuti attentamente le richieste della categoria. La Giunta esecutiva centrale dell’Anm ha infatti ribadito l’importanza di preservare le competenze e la professionalità acquisite dai Direttori, figure chiave nel supporto alla giurisdizione.

Il futuro dei Direttori della Giustizia è ora al centro del dibattito. Lo sciopero e le prossime trattative al tavolo di contrattazione negoziale saranno determinanti per capire se le loro richieste saranno accolte e quali potrebbero effettivamente essere le soluzioni per garantire il riconoscimento del loro ruolo (con relative coperture finanziarie).

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