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L'intervista

Edilizia, Pesenti: “Case Green una sfida, ma con regole certe. Patente a crediti? Da sempre dalla parte della legalità”

La presidente di Ance Bergamo fa il punto anche sull'occupazione: "Stiamo lavorando per promuovere l'attrattività del nostro settore. L'evoluzione tecnologica può fungere da volano, da coniugare con il recupero di una manualità che rischia altrimenti di essere dispersa"

L’estate, da sempre sinonimo di cantieri, sta per volgere al termine ma per le aziende edili i prossimi mesi saranno centrali per definire un futuro nel quale, si spera, possano arrivare anche buone notizie anche sul fronte normativo.

Tante le tematiche sul tavolo: dalle modifiche al Superbonus ai nuovi incentivi, dalla direttiva europea ai fondi Pnrr, fino alla novità della patente a crediti per le imprese.

Novità alle quali anche le aziende bergamasche guardano con interesse, in attesa di risposte certe che possano schiarire un orizzonte con qualche nube: “Al momento il settore tiene, ma qualche preoccupazione cominciamo ad averla – ammette Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo – Secondo i dati di Cassa Edile, che rappresentano un po’ il termometro del nostro stato di salute, nel 2023 la massa salari ha superato quota 100 milioni di euro, un valore che non si vedeva dal 2013. Quest’anno stiamo registrando un ulteriore aumento dell’11,2%, che dipende in buona parte dall’effetto ‘coda’ legato al completamento degli interventi agevolati con il Superbonus. Il calo degli interventi di manutenzione straordinaria, a causa della fine della cessione del credito e dello sconto in fattura relativi ai bonus edilizi, sarà solo parzialmente compensato dall’aumento delle opere pubbliche finanziate dal Pnrr (e dal Piano Lombardia), con investimenti fino al 2026. È pertanto difficile immaginare l’andamento nei prossimi mesi, tanto che quest’anno Ance prevede una diminuzione dei livelli produttivi del settore delle costruzioni in Lombardia del 7,2%”.

Presidente, quest’anno in particolare sotto la spinta dei fondi del Pnrr abbiamo assistito soprattutto a grandi opere infrastrutturali, come il treno per Orio, la linea T2 della Teb, l’E-Brt, e interventi straordinari sugli edifici scolastici: quanto ha inciso questa variabile nella considerazione del periodo? 

Si tratta di lavori fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio, che – fatta eccezione per gli interventi di edilizia scolastica che sono stati conclusi in tempo utile per l’avvio delle lezioni – hanno, però, impattato poco sull’andamento del settore nella prima parte del 2024, perché si tratta di cantieri da poco avviati. Ci aspettiamo tuttavia che nei prossimi mesi questi lavori possano compensare la diminuzione delle attività di manutenzione straordinaria degli immobili, in forte calo con il termine dei bonus edilizi.

Dallo studio sull’andamento dei lavori pubblici e sugli interventi finanziati dal Pnrr, commissionato a Cresme, sono infatti emersi valori record (777 milioni di euro grazie al solo Pnrr) degli importi dei bandi e delle aggiudicazioni nel 2022 e nel 2023: nel complesso si parla di quasi 900 milioni di euro all’anno, superando di oltre il 200% gli importi degli anni precedenti. Si tratta dei bandi riferiti ai lavori citati, i cui cantieri sono ora in corso.

Dopo anni nei quali il settore è stato risollevato dagli incentivi messi in campo dal governo, quali sono le attese per un futuro nel quale il Superbonus è stato ampiamente rivisto e la cessione del credito è stata bloccata? 

Guardiamo con attenzione alla Direttiva Case Green, che rappresenta una sfida ambiziosa, ma anche in questo caso attendiamo che vengano stabilite regole chiare in grado di garantire interventi efficaci e sostenibili a medio e lungo termine. Senza dimenticare che potremo raggiungere questi obiettivi solo con nuovi strumenti, sia di natura fiscale che normativa, e con incentivi strutturali e stabili nel tempo che privilegino gli interventi più incisivi di rigenerazione urbana, come quelli di demolizione e ricostruzione.

Sarà altrettanto importante continuare, anche dopo il Pnrr, a sostenere gli investimenti per lo sviluppo del territorio.

Come Ance Bergamo lo avete sostenuto da subito: ok a questo tipo di sostegno, ma serve una misura strutturale che possa dare continuità alle imprese. È un qualcosa che si vede all’orizzonte o i vostri appelli rimangono inascoltati? 

Stiamo seguendo con attenzione l’iter della Legge di bilancio: pur consapevoli della scarsità di risorse disponibili, non dobbiamo dimenticare alcune misure importanti. Come quelle che agevolano l’accesso alla casa, con particolare riferimento ai giovani, ad esempio la detrazione dell’Iva al 50% per l’acquisto di abitazioni in classe energetica elevata; gli incentivi per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare (che devono essere resi strutturali); l’aumento della disponibilità degli immobili in locazione, creando le condizioni per l’ingresso nel mercato delle locazioni degli operatori professionali, che oggi scontano una tassazione troppo elevata.

Per quanto riguarda invece gli obiettivi di lungo periodo, quali l’attuazione della direttiva Case Green, continuo a ribadire la necessità di misure strutturali, al momento non previste.

Come tutti, anche il vostro settore non si è sottratto al tema della sostenibilità: come è cambiato il modo di lavorare delle nostre aziende? Possiamo dire di essere a buon punto nella transizione?

La riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche fossili, delle emissioni di CO2, il risparmio energetico del patrimonio edilizio, l’economia circolare, la messa in sicurezza e salvaguardia dell’ambiente rappresentano una grande sfida che dobbiamo interpretare nel migliore modo possibile per soddisfare i bisogni e migliorare la qualità della vita di tutti noi, raggiungendo l’obiettivo della sostenibilità.

Abbiamo certamente raggiunto obiettivi importanti (basti ricordare la percentuale di recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, pari all’80%, ben al di sopra degli obiettivi stabiliti a livello europeo) ma la strada è ancora lunga, soprattutto per quanto riguarda l’efficientamento del patrimonio edilizio esistente.

E le nostre imprese sono al lavoro per continuare a essere sempre più sostenibili, aumentando l’efficienza dei processi produttivi, grazie alle nuove tecnologie che oggi sono utilizzabili anche nei nostri cantieri.

Cosa ne pensa della patente a crediti per le imprese?

Ance da sempre sostiene la legalità del settore e promuove tutte le azioni volte a garantirla, tra cui, appunto, l’introduzione della patente a crediti.

Grazie al confronto con la nostra associazione, che ha da subito chiesto un provvedimento con funzione di reale qualificazione delle imprese e non meramente sanzionatorio, la norma è stata migliorata rispetto alla versione iniziale, differenziando le imprese in relazione alla dimensione e alla storicità delle stesse e estendendone l’applicazione a tutte le aziende che lavorano in cantiere.

Il meccanismo è comunque molto complesso, sia dal punto di vista operativo che interpretativo, e ancora attendiamo la pubblicazione del decreto attuativo. Se non dovesse accadere a breve, sarà necessario valutare se vi sono tempi congrui per presentare la documentazione necessaria prima della scadenza prevista il primo ottobre.

Da una recente indagine di Confindustria tra le associate, è emersa una certa difficoltà a reperire personale: come è la situazione per l’edilizia?

La ripresa dei livelli occupazionali nel settore delle costruzioni è stata da subito accompagnata da una crescente difficoltà nel reperire personale, soprattutto specializzato, e al progressivo innalzamento dell’età dei nostri lavoratori.

L’edilizia sconta anche alcuni luoghi comuni che fatichiamo a smantellare, nonostante livelli retributivi e welfare di sistema siano ai massimi livelli qualitativi e quantitativi.

Stiamo lavorando per promuovere l’attrattività del nostro settore e lo sviluppo di percorsi formativi adeguati (sia attraverso la Scuola edile che la Fondazione Its Cantieri dell’arte). E attraverso il gruppo dei Giovani imprenditori edili stiamo sviluppando progetti e nuove forme di collaborazione con Istituti superiori della provincia e con l’Università.

L’evoluzione tecnologica che l’edilizia sta attraversando può essere volano di recupero di attrattività verso nuove generazioni di edili, da coniugare con il recupero di una manualità che rischia altrimenti di essere dispersa.

Nell’immediato, è interessante un’iniziativa di cui Ance si è fatta promotrice. Si tratta della selezione e formazione di giovani tunisini, che potranno venire a lavorare in Italia, grazie a specifici accordi di cooperazione sottoscritti con le istituzioni tunisine competenti e con il coinvolgimento delle imprese associate.

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