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L’indagine

Tasso di criminalità, Bergamo al 44° posto a livello nazionale

37.420 le denunce totali, un totale di 3.367 per 100mila abitanti: il 77,8% localizzato in provincia. Milano domina la classifica italiana

Bergamo è la 44ª città italiana nella classifica nazionale dell’indice di criminalità, stilata dal Sole 24 Ore con i dati del Viminale e pubblicata sull’edizione di lunedì 16 settembre.

Il capoluogo orobico si posiziona poco sopra la metà della graduatoria, con un totale di 37.420 denunce, 3.367 per 100mila abitanti, il 77,8% delle quali in provincia.

In vetta si posizionano le grandi città: sul gradino più alto del podio c’è Milano con oltre 7mila denunce per 100mila abitanti (più del doppio rispetto a Bergamo), seguita da Roma e da Firenze che superano di poco quota 6mila, come anche Rimini, quarta in graduatoria.

Le città più sicure secondo i dati raccolti sono quelle di Oristano (1.500 denunce per 100mila abitanti), Potenza e Treviso, che compongono il podio ‘al contrario’, seguite da Benevento, Pordenone e Sondrio.

A livello di province lombarde, oltre a Milano, davanti a Bergamo ci sono anche Pavia (19ª), Varese (31ª) e Brescia (34ª). L’incidenza del capoluogo sul totale (22,2%) risulta essere invece ben al di sotto della media nazionale.

I dati per quanto riguarda i singoli reati proiettano il territorio orobico al 19° posto per percosse, tra i più alti su scala nazionale, al 47° posto gli omicidi volontari consumati, al 53° per estorsioni, al 66° per minacce, all’88° per tentati omicidi, al 61° per incendi, al 78° per stupefacenti, all’82° per danneggiamento seguito da incendio, al 69° per contraffazione di marchi e prodotti industriali: tutti numeri per cui Bergamo è in ascesa sulla classifica nazionale.

In diminuzione invece le denunce per usura, anche se su scala nazionale Bergamo è al 17° posto, come anche per le rapine (20°). È al 20° posto anche per associazione a delinquere, al 19° per associazione per produzione o traffico di stupefacenti, al 41° per furti, al 28° per danneggiamenti, al 63° per lesioni dolose, al 24° per sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, al 30° per violenze sessuali, al 52° per omicidi colposi, al 34° per delitti informatici, al 37° per violazione alla proprietà intellettuale.

Stabili le rapine in uffici postali: 3, come nel 2022, e gli incendi boschivi (31, 48° su scala nazionale). Zero denunce invece per contrabbando, associazione di tipo mafioso, omicidio preterintenzionale e infanticidi.

In termini di dati nazionali, nel 2023 c’è stato un aumento generale rispetto al 2022 del 3,8%, per un totale di 2,4 milioni di reati denunciati. Sono stati superati i numeri del 2019, ma il totale resta comunque del 17% più basso rispetto al 2014. In aumento ci sono soprattutto rapine (+9,5%), percosse (+3,1%) e anche gli omicidi, oltre alle truffe online, aumentate del 10% rispetto all’anno precedente.

Tutti i numeri dettagliati delle province italiane e le classifiche complete sono disponibili sul sito del Sole 24 Ore

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