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I numeri

Maltempo, quasi mille richieste di risarcimento consegnate al Comune di Bergamo fotogallery video

813 le richieste dei privati, 159 dagli esercizi commerciali per un totale di 972. I tempi si preannunciano lunghi

Bergamo. Sono quasi mille, per la precisione 972, le richieste di risarcimento danni per il maltempo pervenute al Comune di Bergamo. Il termine ultimo è scaduto sabato (14 settembre alle 14): 813 sono di privati cittadini, mentre 159 sono di attività commerciali che hanno subito gravi danni a causa dell’ondata di acqua e fango che ha messo in ginocchio gran parte della città nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 settembre. Fino al pomeriggio di venerdì erano poco più di 500.

“Sono numeri che restituiscono il senso di ciò che è accaduto” aveva commentato ieri la sindaca di Bergamo Elena Carnevali. “Se Regione Lombardia riconoscerà lo stato d’emergenza superiore, non significa che non potrà esserci la possibilità di aggiornare le schede o aggiungere quelle che ancora non sono state caricate sul nostro sito”.

Sale, inevitabilmente, anche la stima dei danni totali, visto che i 16,5 milioni quantificati venerdì facevano riferimento soltanto alla metà delle richieste di risarcimento ricevute.

“I dati – si legge sul sito di Palazzo Frizzoni – verranno riuniti e poi trasmessi a cura degli uffici comunali a Regione Lombardia che valuterà la presenza delle condizioni per riconoscere lo stato di emergenza e assegnare ai comuni interessati le risorse economiche necessarie e dare effettivo seguito, in tutto o in parte, alle richieste avanzate dai privati interessati. Nel caso in cui Regione Lombardia accerterà lo stato di emergenza tutti i primi dati raccolti e segnalati in questa fase dal Comune di Bergamo verranno poi verificati con perizie tecniche secondo le modalità indicate da Regione”. Meglio dirlo subito: si prevedono tempi lunghi. C’è chi ipotizza lunghissimi.

L’amministrazione fa sapere di avere chiesto collaborazione agli istituti bancari per concedere accessi al credito a tassi agevolati, dilazioni delle scadenze e sospensione dei mutui. Alcune associazioni di categoria, come Confartigianato, si sono invece messe a disposizione per effettuare le perizie.

Ai danni segnalati dai privati, si aggiungono quelli a strade ed edifici comunali: almeno 650 mila euro. Anche questa, del resto, è una stima provvisoria, basti pensare che non tiene conto dei disastri occorsi in via Ponte Pietra, dove lo straripamento del Tremana ha aperto voragini nella strada. L’amministrazione dovrà anche mettere in conto spese per ulteriori 620 mila euro tra raccolta rifiuti e pulizia delle strade, per un totale di circa 1,3 milioni di oneri a carico delle casse comunali.

A proposito di rifiuti, da sabato il passaggio dei mezzi di Aprica per lo sgombero dei materiali dovrà essere richiesto via mail o attraverso il numero 800.437.678. La sindaca Carnevali ha sottolineato che sono già state effettuate 2.367 ore di lavoro per pulire le strade, con oltre 900 tonnellate di materiale ingombrante rimosse. E che sono ben 408 i volontari che si sono spesi per eliminare l’enorme quantità di fango. Senza contare gli interventi di Vigili del fuoco (80) e Polizia Locale (130).

Nonostante ciò, “parliamo di un dramma che non è stato percepito da tutti – commenta la sindaca -, ma che ha colpito duramente tante famiglie”, alle prese con “la perdita di beni materiali e ricordi personali”. L’attaccamento alla propria abitazione è anche testimoniato dal fatto che nessuno ha usufruito dei 78 posti letto alberghieri messi a disposizione dall’amministrazione. Quel che diversi cittadini chiedono, invece, è una sorveglianza di box e cantine rimasti scoperti. Questo per evitare che i malintenzionati s’intrufolino, e che portino via quel poco che è rimasto.

Nel frattempo – come anticipato dal Corriere della Sera – un gruppo di cittadini residenti in via Baioni si è rivolto all’avvocato Maria Benedetto Bonomo per depositare un esposto in Procura al fine di valutare eventuali responsabilità sulle cause del disastro. Per capire, ad esempio, se è stata fatta la manutenzione ordinaria, se qualcosa ha impedito alle acque di defluire correttamente e per capire il motivo dell’impatto del nubifragio.

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