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Maltempo

“Danni per 16,5 milioni”, ma per i risarcimenti tempi lunghi. Chiesti controlli anti sciacalli fotogallery video

Oltre 500 richieste caricate sul sito del Comune con le segnalazioni di cittadini e imprese, Carnevali: "Numeri che restituiscono il senso di ciò che è accaduto"

Bergamo. “Numeri che restituiscono il senso di ciò che è accaduto”. Così la sindaca di Bergamo Elena Carnevali parla delle oltre 500 richieste di risarcimento caricate in questi giorni sul sito del Comune, dopo l’ondata di maltempo che nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 settembre ha ‘ribaltato’ buona parte della città.

Cinquecentotre richieste, per l’esattezza. Un numero destinato ad aumentare, visto che il dato è stato comunicato venerdì pomeriggio, mentre la scadenza per segnalare i danni è fissata per le 14 di sabato.

C’è chi si è chiesto: troppo pochi i giorni concessi ai cittadini per effettuare il calcolo? “Così stabilisce la procedura – ha premesso Carnevali in una conferenza stampa organizzata per fare il punto della situazione -, ma se Regione Lombardia riconoscerà lo stato d’emergenza superiore, non significa che non potrà esserci la possibilità di aggiornare le schede o aggiungere quelle che ancora non sono state caricate sul nostro sito”.

Nelle oltre 500 richieste finora pervenute sono stati quantificati danni per oltre 16,5 milioni di euro (16 milioni e 528 mila euro, per la precisione). Così suddivisi: 8 milioni 104.266 euro nei 404 moduli presentati per segnalare i danni alle prime abitazioni; altri 8 milioni 423.740 euro nei restanti 99 moduli, compilati dai titolari delle attività commerciali per segnalare i danni alle imprese.

Una stima “per eccesso”, almeno nell’ottica della Regione. Già, perché nel conteggio dei 16,5 milioni molti cittadini hanno incluso danni ad automobili, motociclette, biciclette, vestiti, elettrodomestici ecc… Mentre la procedura regionale prevede che vengano segnalati (e quindi eventualmente rimborsati) solo i danni a “immobili privati adibiti ad abitazione o sedi di attività commerciali o produttive”.

 

Ad ogni modo, “i dati ricevuti – si legge sul sito di Palazzo Frizzoni – verranno riuniti e poi trasmessi a cura degli uffici comunali a Regione Lombardia che valuterà la presenza delle condizioni per riconoscere lo stato di emergenza e assegnare ai comuni interessati le risorse economiche necessarie e dare effettivo seguito, in tutto o in parte, alle richieste avanzate dai privati interessati. Nel caso in cui Regione Lombardia accerterà lo stato di emergenza tutti i primi dati raccolti e segnalati in questa fase dal Comune di Bergamo verranno poi verificati con perizie tecniche secondo le modalità indicate da Regione”. Meglio dirlo subito: si prevedono tempi lunghi.

L’amministrazione fa sapere di avere chiesto collaborazione agli istituti bancari per concedere accessi al credito a tassi agevolati, dilazioni delle scadenze e sospensione dei mutui. Alcune associazioni di categoria, come Confartigianato, si sono invece messe a disposizione per effettuare le perizie.

Ai danni segnalati dai privati, si aggiungono quelli a strade ed edifici comunali: almeno 650 mila euro. Anche questa, del resto, è una stima provvisoria, basti pensare che non tiene conto dei disastri occorsi in via Ponte Pietra, dove lo straripamento del Tremana ha aperto voragini nella strada. L’amministrazione dovrà anche mettere in conto spese per ulteriori 620 mila euro tra raccolta rifiuti e pulizia delle strade, per un totale di circa 1,3 milioni di oneri a carico delle casse comunali.

A proposito di rifiuti, da sabato il passaggio dei mezzi di Aprica per lo sgombero dei materiali dovrà essere richiesto via mail o attraverso il numero 800.437.678. La sindaca Carnevali ha sottolineato che sono già state effettuate 2.367 ore di lavoro per pulire le strade, con oltre 900 tonnellate di materiale ingombrante rimosse. E che sono ben 408 i volontari che si sono spesi per eliminare l’enorme quantità di fango. Senza contare gli interventi di Vigili del fuoco (80) e Polizia Locale (130).

Nonostante ciò, “parliamo di un dramma che non è stato percepito da tutti – commenta la sindaca -, ma che ha colpito duramente tante famiglie”, alle prese con “la perdita di beni materiali e ricordi personali”. L’attaccamento alla propria abitazione è anche testimoniato dal fatto che nessuno ha usufruito dei 78 posti letto alberghieri messi a disposizione dall’amministrazione. Quel che diversi cittadini chiedono, invece, è una sorveglianza di box e cantine rimasti scoperti. Questo per evitare che i malintenzionati s’intrufolino, e che portino via quel poco che è rimasto.

 

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