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Via baioni

Dentro case e negozi devastati dal nubifragio: “Noi lasciati soli, ricordi e sacrifici di una vita non ci sono più” fotogallery video

Quello che rimane dopo le torrenziali piogge di lunedì scorso. Le storie di residenti e commercianti

Bergamo. Foto e video parlano da soli. C’è Alice, residente al civico 14 di via Baioni, che ha una casa ridotta a una palude. Avrebbe fatto volentieri a meno di mostrarcela in queste condizioni, “ma la gente – dice – deve vedere come siamo ridotti”. ‘Slalomeggia’ tra corridoi di fango, fili pericolanti ed elettrodomestici da buttare per mostrarci l’album con le foto di famiglia. O ciò che ne rimane. “Nulla, ecco ciò che ne rimane. Tutti i ricordi di una vita non ci sono più, nemmeno sui computer perché abbiamo dovuto buttarli via”.

 

alice via baioni maltempo

 

C’è poi Andrea, titolare dell’attività storica ‘Joe l’autoradio’ al civico a fianco, che si è visto spazzare via in pochi istanti anni di lavoro e sacrifici. È preoccupato per le sorti del negozio e per la merce da riparare che gli hanno affidato i clienti. “E adesso – si domanda – come faccio?”.

 

C’è Riccardo, pittore che non è riuscito a salvare gran parte delle sue opere sfigurate dall’acqua. Opere che doveva esporre in alcune mostre già organizzate a Bergamo, Bologna, Faenza.

C’è Luca, titolare della palestra ‘Sport piu’, dove i danni ammonterebbero a oltre 1 milione di euro. “Cosa ho pensato quando ho visto la mia attività inondata dal fango? Che era un disastro. Sono andato a bere un cappuccino e mi sono detto ‘ok, rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo’”. Sono al lavoro in venti, dalla mattina alla sera, tra dipendenti della palestra e dell’impresa di pulizie.

E c’è anche Daniele, del negozio Prima Casa dall’altro lato della strada: la merce stipata nel magazzino ha subito danni “per 350 mila euro, forse qualcosina in più”. Magazzino che potrebbe essere usato come set di un film post-apocalittico, come i tanti box sotterranei dei condomini di via Baioni, dove la gente è tuttora al lavoro munita di pale, stivali e tanta buona volontà.

Un’altra residente ci porta a vedere il punto esatto in cui il Morla ha distrutto un muro di contenimento: “Qui la manutenzione – attacca – non è mai stata fatta come Dio comanda”.

 

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