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CGIL Bergamo

I risultati

Referendum autonomia differenziata, a Bergamo 33 banchetti già svolti, altri 23 in programma. 700 mila firme raccolte in tutt’Italia

La legge sull’Autonomia differenziata è un provvedimento che definisce le modalità con cui le regioni potranno chiedere e ottenere di gestire in maniera autonoma alcune delle materie su cui al momento la competenza è dello Stato centrale

In poco più di un mese e per giunta d’agosto: i risultati sono andati oltre le attese, visto che è stato già ampiamente superato il mezzo milione di firme previsto dalla Costituzione per promuovere il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata. Un successo “per certi versi inaspettato per la sua rapidità”, hanno commentato i promotori dell’iniziativa referendaria. Secondo l’ultimo aggiornamento nazionale del 3 settembre, le firme raccolte online sono state 514.853, mentre quelle in presenza, durante centinaia di iniziative in tutto il Paese, sono state 223.317, per un totale di circa 738.000.

Un ampio coordinamento che comprende al suo interno sindacati, partiti politici e associazioni si sta mobilitando per chiedere l’abrogazione della normativa. Del Coordinamento Bergamasco fanno parte: CGIL, UIL, ACLI, Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Pace, Terra e Dignità, LiBERA, Anpi, Arci, Legambiente, Libertà e Giustizia, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Auser, Sunia, Federconsumatori, Prendere Parola, Possibile, Unione Inquilini, Sinistra per un’altra Seriate, Lista Civica Aria Nuova Montello.

A Bergamo e in provincia, dal 26 luglio scorso, si sono tenuti 33 banchetti di raccolta, con 1.800 persone che hanno scelto di mettere la propria firma. A questa cifra va aggiunto chi ha firmato online.

La legge sull’Autonomia differenziata è un provvedimento che definisce le modalità con cui le regioni potranno chiedere e ottenere di gestire in maniera autonoma alcune delle materie su cui al momento la competenza è dello Stato centrale. Tra queste anche la tutela della salute, poi istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti, cultura e commercio estero.

“La comune convinzione è che la legge sull’autonomia differenziata vada abrogata perché spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, condannando il Paese all’irrilevanza politica ed economica anche a livello europeo, aumenterà i divari territoriali, peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne, e moltiplicherà la burocrazia, complicando la vita alle imprese”, avevano dichiarato a fine luglio in conferenza stampa i promotori del Coordinamento Bergamasco “Una firma per l’Italia contro l’autonomia differenziata”.

“Questa legge divide l’Italia danneggiandone l’attrattività e creando pesanti danni ai conti pubblici. Abbiamo bisogno di più investimenti per la sanità pubblica, per la scuola pubblica e per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Abbiamo la necessità di politiche industriali che conducano il Paese attraverso la transizione digitale ed ecologica, investendo in filiere strategiche e lavoro di qualità. Non serve a nulla creare uno ‘spezzatino’ di regole e normative differenti da regione a regione. Andare in questa direzione non migliorerà la vita dei cittadini e al contrario segnerà un dannoso arretramento per l’Italia”.

Entro il 30 settembre le firme devono essere depositate in Cassazione. Se la Consulta ammetterà il quesito, il governo convocherà il referendum da svolgere una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.

È possibile firmare on line, con SPID, qui.

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