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A bergamo

In casa hashish, cocaina e più di 10mila euro: 23enne in manette

Si è difeso dicendo che la droga era dei suoi due conviventi. La descrizione fornita dall'acquirente fermato dagli agenti della locale non corrisponde però a quella dell'arrestato

Bergamo. Dormiva nella sua camera da letto, quando gli agenti della polizia locale di Bergamo sono entrati nell’appartamento di via Carso, a Colognola, per una perquisizione. O almeno è quanto racconta Y.M., marocchino di 23 anni, che abita nell’appartamento intestato a sua madre con altri due connazionali, conosciuti in carcere. Perché nonostante la giovanissima età, è in Italia da quando aveva 3 anni, ha due figli e diversi precedenti penali risalenti a quando era minorenne.

Nella serata di lunedì 9 settembre gli agenti erano impegnati in un’attività di prevenzione, quando si sono appostati in via Carso perché avevano ricevuto delle segnalazioni rispetto ad una presunta attività di spaccio. Hanno notato prima un giovane, poi un altro, entrare e uscire dal portone di un condominio. Ne hanno fermato uno, trovandogli addosso della cocaina appena acquistata e gli hanno chiesto da chi l’avesse comprata. Il giovane ha descritto il pusher come un nordafricano alto 1,70 cm con indosso una maglietta bianca.

Gli agenti hanno quindi fatto irruzione nell’appartamento dove vivono i tre ragazzi e l’hanno perquisito, trovando in un cassetto del comò di una camera da letto 19 grammi di cocaina e 10 di hashish, oltre a 10.200 euro in contanti.

In manette è finito solamente il 23enne, accusato di cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, quest’ultimo reato in concorso con gli altri due che sono stati solamente denunciati.

Martedì mattina Y.M. è apparso davanti al giudice e si è difeso dicendo che la droga non era sua, ma degli altri due conviventi. Le telefonate degli acquirenti arrivano ad un altro connazionale che risiede in Spagna, il quale poi chiama gli altri due che si occupano materialmente della cessione a Bergamo. La descrizione del pusher fatta dall’acquirente fermato dalla polizia locale non corrispondeva però a quella dell’arrestato, che è alto 1,87 cm e lunedì sera indossava una canottiera.

L’arresto è stato comunque convalidato e non è stata disposta nessuna misura cautelare. Il processo per direttissima è stato rinviato al 18 settembre.

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