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L'editoriale

Settembre. Ripartiamo da qui

Il mese che è appena iniziato ci invita a non evocare una malinconia, ma ad esprimere un desiderio: quello di essere una comunità partecipativa, questo rende una società civile e un giornale autorevole

“Settembre, andiamo. È tempo di migrare”… Il primo verso della poesia di Gabriele D’Annunzio dal titolo “Pastori” ben sintetizza lo spirito che accompagna questo mese: l’idea di un ritorno alla routine e allo stesso tempo di un cambiamento.
I temi e i problemi affrontati sotto l’ombrellone, sui sentieri di montagna, al bar e sui giornali ora chiedono approfondimenti seri e soluzioni. Come una lista della spesa, delle cose da fare.

A partire dalla sicurezza che, dopo il delitto di Sharon Verzeni, spalanca il dibattito tanto caro alle parti politiche nelle campagne elettorali, ma altrettanto difficile da affrontare quando si è chiamati a gestire ed amministrare un paese o una città.

C’è poi il tema dell’integrazione delle persone immigrate con la tanto dibattuta riforma dello Ius Scholae lanciata da Forza Italia nel corso dell’estate. Basti pensare che sono 894.624 gli studenti con cittadinanza non italiana nelle classi delle scuole del nostro Paese.

Settembre ci chiama ancora alle sfide economiche. Con una crescita che tentenna e con la prossima Legge di Bilancio che ha come mantra “tagli, tagli, tagli”. A subire la forbice saranno ancora sanità e scuola. Le imprese saranno lasciate a loro stesse, nonostante Confindustria chieda da mesi un’attenzione al mondo della produzione e i sindacati, preoccupati, sollecitino una tutela dei diritti.

C’è poi il tema della carceri sovraffollate.

In questo orizzonte ci sono anche due teatri di guerra: uno in Ucraina e uno in Medio Oriente.

L’esortazione “andiamo” della poesia di D’Annunzio ci invita a partire, a lasciare il comfort estivo. È tempo di migrare verso un nuovo modo di affrontare i problemi per trovare soluzioni che riguardano la vita della nostra società e quindi anche noi stessi.

Quanto a Bergamonews ripartiamo da qui. Ascolteremo voi lettori, denunceremo ciò che non va, cercheremo di essere quella voce che può aiutare questa società a migliorarsi, ad essere solidale, perché nessuno si salva da solo. Implementeremo l’attenzione sui temi intervistando esperti e studiosi, interpellando la politica, sentendo gli imprenditori e il mondo del sindacato, oltre a dare voce a chi subisce.

“Ah, perché io non mi trovo insieme con i miei pastori?” chiude la sua poesia D’Annunzio. Ecco, il mese che è appena iniziato ci invita a non evocare una malinconia, ma ad esprimere un desiderio: quello di essere una comunità partecipativa, questo rende una società civile e un giornale autorevole.

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