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Le parole

Omicidio di Sharon, la sorella di Sangare: “Tornato da Londra non era più lui”

La 24enne studentessa di ingegneria gestionale denuncia le difficoltà incontrate nel riuscire a trovare un aiuto per la situazione di Moussa

Suisio. “La vita di Moussa è cambiata quando è partito per l’estero: per mio fratello nessuno si è mosso”. A parlare è Awa, 24 anni, la sorella di Moussa Sangare, il 30enne fermato dai carabinieri per l’omicidio di Sharon Verzeni.

Come riporta l’Ansa la sorella e la madre di Sangare sono rimaste “scioccate” quando hanno saputo che aveva confessato il delitto della 33enne di Terno d’Isola. Le più strette familiari di Moussa erano consapevoli di come il giovane non stesse bene ma non pensavano che sarebbe mai potuto arrivare a questo.

La giovane denuncia come suo fratello non sia stato aiutato: più di un tentativo era stato fatto per cercare di liberarlo dalla sua dipendenza da droga, ma Sangare aveva sempre rifiutato. I centri di recupero avevano sempre respinto le richieste dei familiari perchè per essere ricoverato sarebbe stato lui stesso a doversi presentare in modo volontario.

Anche la sorella riporta come la vita del rapper non sia stata più la stessa dopo il viaggio verso l’estero che aveva intrapreso alcuni anni fa: al ritorno da Londra nel 2019, dopo essere stato anche negli Stati Uniti, Moussa non era più lui e aveva ammesso di aver iniziato a fare uso di droghe sintetiche.

Il ragazzo era già stato denunciato in passato da Awa – studentessa di ingegneria gestionale – per maltrattamenti nei suoi confronti, dopo che lo scorso 20 aprile l’aveva raggiunta alle spalle mentre ascoltava musica in sala e l’aveva minacciata con un coltello. La sorella racconta di come alcuni giorni Moussa “urlava, parlava da solo e delirava” e la paura pervadeva le stanze dell’abitazione di Suisio.

Dallo scorso maggio il rapper non abitava più con madre e sorella: Sangare si era trasferito in una casa occupata, all’interno della quale si chiudeva durante il giorno uscendo solamente la notte. Awa ha dedicato un pensiero anche a Sharon e alla sua famiglia: “Non doveva finire così, siamo molto addolorate”.

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