È ‘Visioni’ il tema dell’edizione 2024 del Food Film Fest, la rassegna cinematografica (e non solo) che promuove una cultura legata al gusto, all’arte culinaria, alla produzione alimentare alla biodiversità e alla memoria gastronomica come patrimonio condiviso.
Dal 21 al 25 agosto, in piazza Mascheroni in Città Alta, in proiezione, a partire dal pomeriggio, una trentina di film, selezionati dalla giuria del Festival tra gli oltre settecento film presentati da produttori di ottanta nazioni.
Il Food Film Fest nasce undici anni fa, ideato nel 2014 dall’associazione culturale Art Maiora e dalla Camera di Commercio di Bergamo, con la partecipazione di Coldiretti Bergamo, Slow Food Bergamo Valli Orobiche Bassa Bergamasca e di ASCOM Bergamo, anticipando di qualche mese i temi dell’EXPO di Milano, dedicato al tema ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. “Abbiamo voluto unire il cinema al tema del cibo, trattato in tutte le sue sfaccettature, non solo quelle più piacevoli. Agricoltura e geopolitica, distribuzione commerciale e cambiamenti climatici sono fattori interconnessi spesso in contraddizione”, spiega Luca Cavadini, direttore artistico del Festival, che è realizzato con il supporto della Fondazione della Comunità Bergamasca.
Non solo proiezioni, ma anche video-anteprime, food talk e presentazioni nel cuore storico di Bergamo. “Con l’undicesima edizione arriviamo complessivamente ad aver visionato più di seimila opere cinematografiche, che, nel corso degli anni, sono arrivate da più di cento nazioni”. Il riscontro del pubblico si è consolidato negli anni: “Abbiamo superato le cinquantamila presenze, grazie alla solida rete di relazioni con organizzazioni locali e nazionali. Nonostante la sua ambizione internazionale, il Festival rimane radicato nel territorio come solida piattaforma di sostegno. Questo si manifesta attraverso il dialogo con istituzioni, imprese private e pubbliche, che possono contribuire con idee, contenuti e anche finanziamenti per far crescere il progetto. Il Food Film Fest riesce, anno dopo anno, a connettere il locale con il globale, facilitando uno scambio reciproco”.
Tre le categorie in concorso: DOC, ANIMATION e MOVIE. Alla prima partecipano inchieste o documentari monografici dedicati a un particolare prodotto (ad esempio, dal Barolo al Formai de Mut) o su particolari questioni agroalimentari. Alla seconda, film d’animazione, “che sono vere e proprie opere d’arte”, mentre alla terza accedono opere narrative che parlano del mondo del cibo come espressione di cultura e conoscenza, come rappresentazione di una condizione sociale, come passione o ossessione.
Perché il tema guida di questa edizione è ‘Visioni’? “Da sempre il nostro Festival ha voluto lanciare dei messaggi per il futuro. Undici anni fa parlavamo della mancanza d’acqua e ci prendevano per pessimisti. Oggi continuiamo a pensare che tra dieci anni subiremo le scelte politiche assunte oggi”, chiarisce Cavadini.
Simona Bonaldi, vicepresidente della Fondazione della Comunità Bergamasca: “Il cibo è molto di più del gesto quotidiano del nutrirsi, esperienza che fa la parte più fortunata del nostro pianeta. È un tema che intercetta sfide del nostro tempo, come mostra da undici anni il Food Film Fest, che sa coniugare una rappresentazione squisitamente lieve dell’arte culinaria, al suo valore legato alla filiera enogastronomica, ai nodi geopolitici e climatici, con un forte messaggio politico che richiama tutti noi a scelte più consapevoli e responsabili”.
Tutti gli appuntamenti in rassegna sono gratuiti. La prenotazione è obbligatoria solo per partecipare alle degustazioni di Slow Food (posti limitati).
Informazioni su https://foodfilmfestbergamo.it.
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