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La storia

Da manager d’azienda a dog sitter: la scelta di vita di Marco Pinnacoli fotogallery

Alla fine dello scorso anno ha lasciato il suo posto di lavoro per dedicarsi ai cani insieme alla moglie Olivia: "Puntiamo a una migliore qualità della nostra vita"

Curno. Da manager d’azienda a dog sitter. Un cambio di vita radicale quello di Marco Pinnacoli, 56enne di Curno, passato dal completo giacca e cravatta indossato ogni mattina per andare in ufficio, a un abbigliamento comodo e sportivo per accompagnare a passeggio i suoi amici pelosi.

Da sempre appassionato di cinema, la risposta che cercava rispetto alle sue scelte l’ha trovata in un film. O meglio, nella pellicola ha trovato le domande: “Alla fine del 2023, nel bel mezzo di un periodo di riflessione sulle mie condizioni di vita, mi è capitato di vedere un film che parlava dell’ikigai, la filosofia giapponese orientata alla scoperta della nostra ragione di esistere – spiega -. Così ho approfondito il concetto leggendo dei libri che ponevano dei quesiti interessanti: cosa ti piace fare? Cosa sai fare bene? C’è bisogno di questo nel mondo? Qualcuno è disposto a pagarti per ciò che ti piace fare? La risposta è venuta da sé: a me piacciono i cani. Da quel momento ho iniziato a pensare a come poter concretizzare in un lavoro questa mia passione”.

Così, dopo anni trascorsi nell’area manager della Brembo e 13 anni come direttore vendite di una nota azienda del bresciano, ha deciso di lasciare il suo impiego per diventare un dog sitter. Scelta condivisa in pieno dalla moglie Olivia Leidi, 54 anni, che lo affianca in questa nuova attività di famiglia.

Il primo cane di Marco è arrivato per caso, quando lui aveva 19 anni. Era il mese di marzo del 1985 e Pinnacoli stava trascorrendo qualche giorno a Clusone insieme ad alcuni amici: “Una sera siamo andati alla discoteca Life e nel parcheggio ho trovato un cucciolo di pastore, un bellissimo meticcio. Dopo qualche carezza sono entrato nel locale ma in pista non facevo che pensare al cagnolino. Così sono tornato all’esterno e, mentre i miei amici facevano serata, io sono rimasto 3 ore a giocare con il cucciolo. Lo abbiamo portato a casa e quella notte ho dormito con lui nel bagno. Quando mi sono svegliato, frastornato dalle scomode ore trascorse sul pavimento, ho avuto un’illuminazione: in quel cane ho rivisto mio padre, che ho perso quando avevo solo 4 anni. Da quel momento tra di noi si è creato un legame indissolubile”.

Tanto che per Cip, nome dato al suo nuovo amico, Marco è scappato di casa: “Mia madre non lo voleva ma io ero molto determinato, così ho deciso di andarmene. Dopo qualche giorno l’ho chiamata e lei, che sentiva la mia mancanza, non ha potuto far altro che accogliere il cucciolo”.

Cip è diventato famoso a Bergamo. Era sempre con Marco, lo aspettava in piazza Vecchia “insieme al cane dello Stefano Caglioni (noto personaggio bergamasco ndr) e al pastore tedesco nano del bar Donizetti” quando finiva le lezioni alla facoltà di Economia e Commercio e spesso entrava in aula; ha trascorso un mese in Sardegna in una vacanza in autostop insieme al suo padrone; è andato con lui in Spagna durante il progetto Erasmus, è stato perfino selezionato per uno spot della Coca Cola andato poi in onda in Australia. “Entrava con me in sala durante le proiezioni proposte da Lab 80, dal Bergamo Film Meeting, è venuto con me al Festival del cinema di Venezia, mi aspettava in un chiosco mentre io assistevo alle proiezioni”.

È proprio grazie a Cip che Marco ha conosciuto Olivia. “Sono sempre stata un’amante dei cani – racconta lei -. Lavoravo nella mia azienda di famiglia, il negozio di calzature Grismondi, e avevo un cane, Dodo, che tenevo in un recinto dietro al capannone. Marco era alla ricerca di un posto dove lasciare Cip mentre lui andava al lavoro. Era già assunto in Brembo e all’inizio gli facevano tenere il cane nel parcheggio, nel baule della macchina aperto. Ma poi non gliel’hanno più permesso e vedendo lo spazio di Dodo mi ha chiesto se poteva lasciarmelo e io ho acconsentito. Solo che i due cani non andavano molto d’accordo, bisognava trovare un’altra soluzione”.

È durante i giri in auto per cercare un nuovo spazio per Cip, tra mille chiacchiere sui cani, che è scoccata la scintilla. I due si sono sposati, poi si sono trasferiti 4 anni a Parigi per il lavoro di Marco e hanno avuto due figli, Alessandro e Riccardo, che ora hanno 19 e 16 anni. E, ironia della sorte, non amano i cani.

Dopo la morte di Cip e Dodo, la coppia ha deciso di non prendere più animali. Con gli anni sono arrivati due gatti, ma Olivia senza cane non ci voleva stare. Così è iniziata la ricerca di un cucciolo e la scelta è caduta su un piccolo pastore del tutto somigliante a Cip: in casa Pinnacoli è quindi arrivata Blu.

Olivia decide di frequentare un corso ed è diventata tecnico cinofilo, mentre Marco ha continuato a lavorare in azienda fino al novembre del 2023, quando i tempi erano ormai maturi per compiere una scelta diversa: “Abbiamo fatto i nostri conti e insieme abbiamo deciso di puntare su una migliore qualità della nostra vita. Mi sono iscritto ad un corso di educatore cinofilo che sto tutt’ora frequentando e abbiamo iniziato ad occuparci dei cani di alcuni amici, poi con il passaparola sono arrivate sempre più richieste di dog sitting – spiega Pinnacoli -. Utilizziamo anche l’app Rover, dove i clienti ci possono trovare e contattare per chiedere la nostra disponibilità. Abbiamo riscontri molto positivi rispetto alla nostra attività”.

In questi mesi estivi la richiesta è alta. La mattina Olivia porta a passeggio i cani più piccoli lungo itinerari adatti alle loro esigenze, mentre Marco accompagna quelli di taglia più grande a fare una lunga passeggiata: “Li porto in montagna, al fiume, nei campi o nei prati dietro casa, nelle varie aree cani del Comuni. Partiamo presto per evitare il caldo, poi rientriamo, ci riposiamo e usciamo di nuovo nel tardo pomeriggio”.

Ogni amico peloso di cui la coppia si prende cura ha una scheda con la storia personale, le abitudini, le preferenze, eventuali accorgimenti a cui è necessario prestare attenzione. Per scelta, Marco e Olivia non gestiscono cani di razze considerate pericolose “per una tranquillità nostra e dei clienti. Ma non escludiamo che in un futuro, una volta imparato a gestire al meglio anche queste razze grazie al corso che sta frequentando Marco, potremmo dedicarci anche a loro”.

Per adesso i Pinnacoli si godono animali considerati “più gestibili” e chissà mai che in un futuro prendano un nuovo cucciolo per fare compagnia a Blu. Un suggerimento per il nome? Ikigai.

 

La scelta di Marco Pinnacoli: da manager a dog sitter
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