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La decisione

Orfani ucraini, bloccato il rimpatrio: restano a Bergamo

Il tribunale dei minori di Brescia revoca il precedente decreto. I 57 bimbi rimarranno a Rota Imagna, Pontida e Bedulita

Pontida. Il governo di Kiev aveva chiesto di far rimpatriare 57 bambini e adolescenti ucraini, tra i 6 e i 16 anni, ospitati dall’inizio della guerra con la Russia in tre centri della bergamasca: Rota Imagna, Pontida e Bedulita. Mercoledì pomeriggio (14 agosto) è arrivata la sentenza del tribunale dei minorenni di Brescia, che ha revocato i precedenti decreti con cui autorizzava il rimpatrio e disposto che i bambini restino in affido “ai servizi sociali perché li mantengano collocati negli attuali luoghi di accoglienza”.

A incidere nella decisione dei giudici, probabilmente, le numerose richieste di protezione internazionale (una trentina) presentate tramite i loro tutori dai bambini, “temendo per la propria incolumità in relazione al rientro in zone prossime al teatro delle operazioni belliche in fase di recrudescenza”. Da qui la decisione del tribunale di “sospendere temporaneamente il rientro in Ucraina dei predetti minori”.

Oltre all’Unhcr, l’agenzia dei rifugiati dell’Onu, anche gli stessi bambini e ragazzi si sono detti contrari all’ipotesi di tornare in patria, visto che il conflitto è ancora in corso. Analoga presa di posizione è arrivata anche dai loro educatori. I ragazzi si sono integrati molto bene con la popolazione locale, che li aveva accolti con grande solidarietà e altruismo.

Anche il gruppo delle famiglie del progetto “Patti educativi” della Valle Imagna, lo scorso giugno, aveva lanciato una raccolta firme sulla piattaforma Change.org contro il rimpatrio dei bambini ospiti nella bergamasca: oltre 18mila le persone che hanno aderito.

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