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Bergamo

Ex Principe di Napoli, ecco il progetto di riqualificazione: “Uno spazio ibrido nel cuore della città”

I dettagli della proposta di Rinascimento Holding, la società guidata da Luigi Ferrara che si è aggiudicata il bando: fondamentale l'apporto di tre giovani bocconiani

Bergamo. Una rilevante proposta che penetra a 360 gradi nel panorama culturale della città di Bergamo. Il progetto del nuovo centro di aggregazione sociale negli spazi dell’ex Principe di Napoli in via Pignolo è stato affidato alla Rinascimento Holding, società guidata da Luigi Ferrara.

L’azienda ha presentato la sua proposta (l’unica pervenuta) al Comune, proprietario dell’immobile, che ha aperto la busta contenente il piano di riqualificazione urbana nella giornata di mercoledì 7 agosto. Il bando affidava la gestione del palazzo alla società aggiudicatrice per i prossimi 15 anni (rinnovabili), con il pagamento di un canone fisso: la Rinascimento ha superato la cifra richiesta, indicando nell’offerta una valore maggiorato rispetto al canone di base d’asta.

“La mia vita professionale è da decenni dedicata al settore della sicurezza urbana, ma ho da sempre coltivato sin da ragazzo la passione per le arti e la cultura – racconta Ferrara, amministratore unico di Rinascimento Holding, consigliere delegato di Sicuritalia e membro dell’advisory board della Fondazione Accademia Carrara -. Nella mia carriera ho sempre cercato di avvicinare le società in cui ho lavorato (tra cui, per anni, Fidelitas, ndr) al mondo dei musei e dell’arte: in più di un’occasione ho messo le mie competenze manageriali al servizio di questo universo, in particolare nel settore dell’organizzazione di eventi”.

Ferrara è la mente bergamasca dietro il Festival della Marina di Villasimius ma negli ultimi anni è stato l’organizzatore di eventi anche nella città di Bergamo: fu lui a portare il Premio Strega Emanuele Trevi in Carrara e a dare vita al concerto-spettacolo di Neri Marcoré nelle stanze costellate di capolavori del Baschenis.

 

Luigi Ferrara Accademia Carrara
Luigi Ferrara

 

“Erano anni che seguivo il dibattito sull’ex Principe di Napoli e con il tempo ho sviluppato l’idea di recuperare il palazzo come spazio ibrido, nel solco della riqualificazione urbana – continua -. Affascinato dall’ipotesi di poter concorrere ho pensato di includere linfa fresca: ho la fortuna di avere un figlio che ha ereditato la mia passione per le arti”.

Ed è stato proprio il figlio Pietro la chiave di volta dell’incubazione del progetto: il giovane ha coinvolto due colleghi bocconiani, Alessandro Cappilli e Micol Caruana, tutti laureandi nel corso di Economics and Management in Arts, Culture, Media and Entertainment.

Il contenuto del progetto

Un ricco progetto con un ampio palinsesto f0rte di una rete di partner strategici formata da quelle che essenzialmente rappresentano le associazioni culturali più importanti del capoluogo orobico- “L’idea alla base è stata quella di riuscire ad esprimere contenuti in una logica multidisciplinare tra i vari saperi – sottolinea Luigi Ferrara -. L’obiettivo è rendere l’ex asilo un luogo da frequentare, dove sia possibile sia bere un drink e mangiare un boccone sia intrattenersi con l’arte”.

Si passa dalla GaMEC (“Un’istituzione all’avanguardia per l’arte contemporanea, da sempre attenta alla questione delle residenze artistiche: il Principe di Napoli su questo tema può offrire spazi importanti”), al nuovo Politecnico delle Arti (“Avere un luogo dove gli studenti possano sperimentare e confrontarsi con il pubblico è un’opportunità straordinaria”), dal DeSidera (“Nelle sale polifunzionali ci sarà la possibilità di tenere corsi teatrali e proporre spettacoli di vario genere”) all’associazione dei librai di Bergamo (“Non avevano una sede fisica propria dove esprimersi con presentazioni e quella sensibilità propria ed unica dei librai indipendenti”).

A ruotare intorno all’attività culturale la parte commerciale del ‘nuovo’ Principe di Napoli. I locali interni dell’asilo – chiuso negli anni Ottanta – ospiteranno una serie di esercizi, tra cui un bistrot e un ristorante: attività gestite direttamente dalla società che si è aggiudicata il bando che si confronteranno con due colossi del settore, Slow Food Bergamo Aps e Seminario Veronelli.

 

progetto principe di napoli Ferrara

 

Le associazioni di promozione delle piccole realtà produttive artigianali offriranno un servizio di consulenza e porteranno una selezione dei loro corsi in via Pignolo, come sempre fautori di una filosofia d’impresa che pone la rigenerazione agroalimentare e la qualità a chilometro 0 alla base dell’approccio lavorativo. Una collocazione culturale che troverà riscontro anche nel piccolo mercato coperto a km 0 che porterà una quotidiana proposta locale nel cuore del centro della città.

 

progetto Principe di Napoli Ferrara

 

Senza dimenticare i due negozi che troveranno ospitalità nella struttura – il liutaio di Borgo Pignolo Matteo Pontiggia si trasferirà in un locale dell’immobile e aprirà un laboratorio di ceramica -, il co-working con una moderna sala di lettura e gli spazi all’aperto.

 

progetto Principe di Napoli Ferrara

 

“Fare impresa nel settore della cultura richiede responsabilità e rispetto – conclude Ferrara -. Si tratta di un imperativo categorico, quello di riuscire a coniugare l’esigenza di una sostenibilità economica ad una modalità di azione che porti un apporto migliorativo alla città”.

Bisognerà comunque aspettare ancora un paio d’anni per vedere l’ex Principe di Napoli animarsi: le previsioni di fine cantiere – con i lavori iniziati lo scorso 29 aprile – indicano un possibile termine dell’intervento di riqualificazione entro 18/24 mesi, con possibile apertura dunque nel 2026.

Le giovani menti dietro al progetto

Per la fase di ideazione e sviluppo del progetto di riqualificazione urbana nell’ottobre 2023 è stata costituita l’associazione “Rigenerazione umana”, costituita dai tre laureandi all’Università Bocconi.

“Si tratta del primo progetto a cui abbiamo lavorato e siamo orgogliosi che si sia aggiudicato il bando comunale, certi che sarà di grande impatto per la città – commenta Micol Caruana -. Negli ultimi anni stiamo assistendo a un cambiamento di paradigma nelle politiche di rigenerazione urbana che hanno come driver di trasformazione la cultura, con la nascita e la proliferazione di spazi ibridi, in grado di diventare centri di aggregazione e innovazione”.

 

Micol Caruana
Micol Caruana

 

“Questo connubio tra funzione culturale e commerciale, attività di vendita al dettaglio e di intrattenimento, produzione e consumo, ha permesso di rispondere in maniera strategica a una moltitudine di esigenze – prosegue Caruana -. La necessità dei centri culturali di trovare modelli innovativi di sostenibilità economica a medio e lungo termine si intreccia con l’esigenza dei settori commerciali di raggiungere un posizionamento distintivo, contrastando l’uniformità dei format esistenti, e con le esigenze e i bisogni emergenti degli utenti finali che ricercano nei servizi offerti un alto contenuto esperienziale. Come associazione Rigenerazione Umana vogliamo, attraverso un’attività di consulenza progettuale e strategica, operare nel contesto della rigenerazione urbana a carattere culturale, sfruttando diversi format come quello degli spazi ibridi come strumento efficace per attivare processi innovativi di valorizzazione di patrimoni industriali ed edifici storici dimenticati”.

“Il progetto di rigenerazione si sviluppa nelle forme e nei contenuti rimanendo ancorato agli obiettivi che ci siamo prefissati – afferma Pietro Ferrara -. Con la sua trasformazione in spazio ibrido si vuole arricchire la comunità con un’offerta culturale e di eventi aperta e inclusiva, promuovendo la qualità e le eccellenze enogastronomiche del territorio”.

 

Pietro Ferrara
Pietro Ferrara

 

“Il Principe di Napoli vuole essere un punto di riferimento, centro di aggregazione e di contaminazione di idee e professionalità, nonché punto di riferimento durante le maggiori manifestazioni della città di Bergamo: uno spazio pubblico, aperto e in dialogo con la cittadinanza – continua -. Grazie alle realtà bergamasche che contribuiscono al Progetto, il palazzo diviene un luogo
per creare, promuovere, valorizzare, attivare e attrarre, un motore di trasformazione urbana, sociale e culturale, polo magnetico per i cittadini e le altre realtà attive del territorio, capace inoltre di sostenere l’attrattività della città”.

“Nel Progetto abbiamo fatto riferimento a determinati valori per sviluppare ogni idea e collaborazione; valori proposti dall’associazione ma sposati e condivisi da tutti i partner strategici coinvolti – conclude Alessandro Cappilli -. Ed è proprio da queste realtà che siamo partiti per pensare a valori come sinergia, energia e fermento, assicurandoci di creare un insieme di realtà che sia più della somma del tutto. Realtà che collaborino tra di loro, ma che siano anche aperte ad una contaminazione esterna, mantenendo un dialogo costante e facendo rete con il territorio bergamasco. Pensando invece a chi vivrà lo spazio da consumatore e cliente, valori come diversità, inclusività e sostenibilità ambientale sono fortunatamente irrinunciabili”.

 

Alessandro Cappilli
Alessandro Cappilli

 

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