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L'analisi

Camera di Commercio, il terziario rallenta a Bergamo: tengono i servizi, cala il commercio al dettaglio

Il report del secondo trimestre 2024: l’inflazione tarda a rientrare e i consumi non ripartono, anche per la maggiore tendenza al risparmio delle famiglie

Bergamo. Nel secondo trimestre del 2024 si registra un rallentamento della dinamica positiva evidenziata dal terziario bergamasco negli ultimi tre anni, sebbene di intensità diversa nei due principali settori: i servizi rimangono infatti in espansione, sebbene con una variazione di fatturato su base annua che si riduce al +1,6%, mentre il commercio al dettaglio svolta in negativo archiviando un calo del -2,8%.

È quanto emerge dall’ultimo report della Camera di Commercio di Bergamo sul settore terziario a Bergamo e provincia: il risultato conferma la migliore performance dei servizi negli ultimi anni, come evidenziato dall’andamento dell’indice, che ha raggiunto quota 132,7 (2015=100) con un incremento di circa 27 punti rispetto al periodo pre-Covid, mentre il commercio al dettaglio scende a 113,3, mantenendo un guadagno di circa 11 punti rispetto al 2019.

L’andamento del fatturato del comparto commerciale è stato inoltre favorito dai prezzi, che in questo trimestre tornano a crescere in misura significativa (+2,8% congiunturale): al netto di questo effetto i volumi di vendita risultano in calo già da tempo. La spinta dei listini è stata meno marcata nei servizi, sebbene anche in questo caso l’inflazione tardi a manifestare chiari segnali di discesa (+1,3% la variazione congiunturale, in linea con gli ultimi trimestri).

Il percorso “a ostacoli” di rientro dell’inflazione, oltre alla maggiore propensione al risparmio dei consumatori, che al momento sembrano sfruttare il recupero di potere d’acquisto più per ricostituire i propri livelli di ricchezza erosi dall’inflazione piuttosto che per incrementare i consumi, sono probabilmente alla base del peggioramento delle aspettative degli imprenditori.

“L’inflazione nei Paesi europei è scesa, ma non ha ancora stabilmente raggiunto l’obiettivo del 2% della Bce – commenta il presidente della Camera di Commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni -. La temuta recessione è stata per il momento scongiurata, tuttavia l’incertezza aumenta, l’economia risente dell’alto costo del denaro e i consumatori aumentano la propensione al risparmio comprimendo i consumi. Gli imprenditori esprimono ora una minore fiducia, visto che il percorso di rientro dell’inflazione e della crescita del potere d’acquisto ha tempistiche incerte”.

Le imprese bergamasche dei servizi con almeno 3 addetti archiviano una crescita di fatturato pari al +1,6% su base annua, in ridimensionamento rispetto a quanto registrato nei primi tre mesi dell’anno (+2,6%) e nel 2023 (+4,9% la crescita media annua). Leggermente diversa la dinamica evidenziata dalle variazioni congiunturali, che essendo calcolate rispetto al trimestre precedente offrono un’indicazione della tendenza più recente: nel secondo trimestre la crescita si attesta al +0,4% dopo la stagnazione del primo trimestre (+0,1%). Al di là delle oscillazioni trimestrali, l’andamento dell’indice del fatturato conferma un rallentamento nella prima parte del 2024 dopo la crescita più robusta degli anni precedenti.

Un’analisi dell’andamento dei sotto-settori, per quanto da considerare con cautela per via della limitata numerosità campionaria, aiuta a comprendere le cause di questa frenata, che sembra dovuta all’esaurirsi della spinta fornita dalle attività di alloggio e ristorazione; continuano a crescere invece i servizi alle imprese.

 

saldo terziario primo semestre 2024 camera di commercio

 

Come già sottolineato, i prezzi praticati dalle imprese mostrano ancora variazioni positive significative (+1,3% congiunturale), con un andamento che negli ultimi trimestri ha mostrato solo un lieve rallentamento. Le imprese dei servizi, settore labour intensive, stanno d’altronde affrontando costi del lavoro in crescita via via che i contratti recepiscono gli aumenti per compensare, anche se in misura solo parziale, l’inflazione degli anni passati.

Nonostante il quadro congiunturale in peggioramento, le imprese dei servizi continuano a evidenziare fabbisogni occupazionali positivi: la variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è pari al +1,8%, proseguendo la tendenza positiva degli ultimi anni.

Il clima di fiducia degli imprenditori, che nel primo trimestre aveva mostrato un miglioramento legato agli effetti positivi attesi dal rientro dell’inflazione e dal taglio dei tassi di interesse, evidenzia ora un deterioramento per via dell’incertezza sulle tempistiche di questo percorso. Inoltre i settori che avevano fin qui sostenuto la crescita, come quelli legati al turismo, sembrano aver esaurito la fase di intenso recupero che aveva caratterizzato il periodo post Covid. Le aspettative sul fatturato virano dunque in negativo, con un saldo tra previsioni di crescita e diminuzione pari a -10 punti, il dato peggiore degli ultimi anni. Anche le aspettative sull’occupazione, fin qui positive, mostrano un rallentamento, registrando un saldo nullo.

 

commercio al dettaglio camera di commercio

 

Segnali non incoraggianti giungono inoltre sul fronte delle scorte di magazzino, con un saldo tra valutazioni di esuberanza e scarsità in crescita (+10 punti), e dagli ordinativi ai fornitori, che rimangono improntati al ribasso (saldo pari a -11,8 tra giudizi di aumento e diminuzione) sebbene in misura meno marcata rispetto al primo trimestre.

Anche nel commercio al dettaglio, così come negli altri settori economici, il deterioramento del quadro congiunturale non si riflette in un rallentamento dell’occupazione, che, al netto di oscillazioni trimestrali dovute a effetti stagionali, continua a crescere (+0,5% la variazione del numero di addetti nel trimestre). In questa fase le imprese sembrano avere un bisogno “strutturale” di manodopera, legato forse alla necessità di nuove competenze per affrontare le sfide della transizione digitale e ambientale.

Diminuisce invece la fiducia delle imprese, con saldi negativi tra previsioni di crescita e diminuzione per il prossimo trimestre (-15 punti per il fatturato e -14 per gli ordini ai fornitori) e in peggioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La ripresa dei consumi, fin qui deludente e sotto le aspettative di inizio anno, dipenderà non solo dalle tempistiche di rientro dell’inflazione e dalla crescita del potere d’acquisto, ma anche dai comportamenti delle famiglie che hanno fin qui preferito ricostituire i propri risparmi piuttosto che incrementare gli acquisti di servizi e, soprattutto, di beni.

 

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