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L'iniziativa

Arte e natura, laboratori di riuso: alla scuola dell’infanzia di Castel Rozzone i bambini imparano la cura dell’ambiente

Anche nonne e nonni volontari hanno risposto al progetto ‘RappOrti sinergici: semi di comunità’. Il presidente Ranica: “I bambini sono ambasciatori straordinari. A partire da loro, si chiamano a raccolta cittadine e cittadini”

L’EEA, l’Agenzia Europea dell’Ambiente, lo ha dichiarato in uno studio pubblicato recentemente: il consumo di plastica in Europa è elevato e continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Quale soluzione? Passare ad un’economia circolare della plastica. Che fa rima con riuso, riciclo, riparazione.

“Tra le famiglie c’è molta sensibilità. Vengono da noi e ci dicono: ‘Ho questo a casa, mi dispiace buttarlo. Non è che voi lo riutilizzate?’”. Karen Viani è coordinatrice della scuola dell’infanzia ‘San Giuseppe’ di Castel Rozzone, dove, dallo scorso settembre a luglio, ‘RappOrti sinergici: semi di comunità’ ha coinvolto 92 bambini con laboratori nella natura e attività con materiali di recupero, appunto. Il progetto della cooperativa sociale 360gradi si è tenuto in collaborazione con il Comune di Castel Rozzone, la scuola dell’infanzia e la sua associazione dei genitori, la parrocchia, il CAI di Brignano e il progetto Asilo Vecchio, con il supporto della Fondazione della Comunità Bergamasca.

 

RappOrti sinergici: semi di comunità

 

Eleonora Nisoli è arteterapeuta, operatrice ambientale e, come Viani, psicomotricista. Con lei i bambini hanno svolto laboratori di arte e natura, si sono presi cura dell’orto didattico, seminando e trapiantando, con tanto di raccolto di pomodori e zucchine, oltre a cominciare a riconoscere insetti e piantine: “Questo progetto è la prosecuzione di quello avviato nel 2022. L’obiettivo è quello di consolidare, tra i bambini, la sensibilizzazione riguardo ai temi ambientali. Vogliamo trasmettere loro che è possibile attuare azioni concrete per poter contribuire insieme alla prospettiva di un futuro più sostenibile. Anche la riduzione degli sprechi ci sta molto a cuore”.

Rispetto all’anno scorso, l’asticella è stata alzata, come spiega Viani: “Ci piacerebbe essere la miccia che accende l’attenzione su questi temi e la diffonde sul territorio. Non conta solo quello che posso fare come singolo, ma anche cosa possiamo fare come comunità”. I primi a rispondere alla chiamata all’azione sono stati cinque nonni – dedicati a lavori di falegnameria fuori e dentro l’asilo – e tre nonne, “che hanno cucito il portatovagliolo e le sacchette della natura, dove i bambini ripongono foglie e legnetti”, racconta ancora Viani. Senza contare le mamme che si sono messe a disposizione per dare una mano e l’aiuto-cuoca della scuola dell’infanzia che si è appassionata, cucendo le foto dei bambini sugli armadietti: “Il nostro desiderio è quello di far crescere il numero dei volontari, perché senza di loro le nostre idee non potrebbero concretizzarsi. I bambini sono il primo seme gettato, le famiglie ci supportano, ma vogliamo che la rete di persone si allarghi”.

 

RappOrti sinergici: semi di comunità

 

Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca: “I bambini sono ambasciatori straordinari. Sanno farsi ascoltare in famiglia, essere coinvolgenti e convincenti nel gruppo dei pari: sono loro il seme buono, che però, per dare frutto, deve cadere nella terra pronta ad accoglierlo. Come Fondazione, condividiamo l’approccio di questo progetto: non è sufficiente agire sul singolo, occorre chiamare a raccolta la comunità, al di là dei nuclei familiari direttamente coinvolti dalle iniziative. Auguriamo ai promotori di riuscire a tessere una fitta rete di cittadine e cittadini sensibili alla cura della natura”.

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