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Il caso

Sostegno alla disabilità, la Regione stanzia 13 milioni di euro: “Non basta per garantire una residenzialità efficiente”

I fondi aiuteranno a proseguire l’iniziativa ‘Dopo di noi’ per garantire una maggior emancipazione, ma manca ancora qualcosa per garantire a tutti gli utenti il passo successivo

Via libera al Piano attuativo e al Programma operativo regionale ‘Dopo di noi’ da parte di Regione Lombardia. La misura consentirà la realizzazione di interventi a favore di persone con disabilità e prive del sostegno familiare, sviluppando così un percorso di emancipazione efficiente, con lo stanziamento di 13 milioni di euro complessivi.

“La definizione del Programma operativo regionale – ha spiegato l’assessora alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini – si fonda su una approfondita analisi compiuta partendo dalla rete dell’offerta dei servizi e degli interventi a favore delle persone con disabilità, attualmente presenti in Lombardia. La nostra priorità resta quella di migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità, potenziando interventi che sviluppino percorsi di vita rivolti all’autonomia e all’autodeterminazione con interventi sempre più personalizzati e integrati”.

Le risorse stanziate verranno erogate tramite le Ats agli ambiti individuati e una parte di esse sarà così suddivisa: 6.076.800 euro per garantire la continuità alle residenzialità già attive sulla base dei dati e 2.596.500 euro per il raggiungimento degli obiettivi di servizio, quali l’attivazione di nuove progettualità sulla base della popolazione residente tra i 18 e i 64 anni.

Quest’ultime saranno destinate al 40% per il sostegno di percorsi dell’autonomia, 50% nel sostegno alla residenzialità (compresi gli interventi infrastrutturali) e il restante 10% per il pronto intervento. Le percentuali sono ovviamente indicative e potranno essere modificate.

“La nostra priorità – ha proseguito Lucchini – resta quella di migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità, potenziando interventi che sviluppino percorsi di vita rivolti all’autonomia e all’autodeterminazione con interventi sempre più personalizzati e integrati. L’integrazione sociosanitaria parte necessariamente da un modello capace di creare network tra i servizi del territorio e si consolida integrando le programmazioni, gli interventi, le competenze e le autonomie professionali presenti nei servizi sociosanitari e sociali di tutta la ‘filiera’ pubblica, privata e del terzo settore”.

I restanti 4.499.610 euro destinati a garantire la continuità dei percorsi di accompagnamento già attivi e rendicontati al 31 aprile 2024. Per questa tipologia, gli ambiti dovranno prioritariamente utilizzare le risorse residue dei fondi ‘Dopo di noi’.

Ma sono abbastanza per ovviare alle diverse esigenze? “Le risorse in sé sono sufficienti, ma manca un passo successivo, legato ad un’iniziativa che funziona – sottolinea il presidente del Coordinamento Bergamasco per l’Inclusione, Carlo Boisio -. Parliamo di un progetto che ha una durata massima di quattro anni e mirato a persone che hanno diverse necessità. Passato questo periodo, nel quale gli individui vengono seguiti e valutati, diventa necessario garantirgli una residenzialità adeguata in base alle cure delle quali il destinatario necessita”.

Ed è proprio nel momento in cui si arriva a questa delicatissima fase che i vari progetti incontrano incertezze: “Le liste di attesa sono lunghe e i servizi di residenza hanno una disponibilità ridotta – continua Boisio – La situazione, rispetto a qualche anno fa, si sta evolvendo e tante persone stanno collaborando per questo obiettivo specifico. Purtroppo, come è intuibile, le persone con gravi disabilità hanno meno probabilità di trovare questi spazi, anche perché necessitano di un sostegno h24. In più le famiglie fanno fatica ad affidare il proprio figlio ad altre persone, anche perché i famigliari conoscono i bisogni del ragazzo più di chiunque. Addirittura, a volte, in sostegno agli enti, i costi sono sostenuti dalle famiglie se hanno una disponibilità economica importante, ma in altro caso è difficile trovare soluzione”.

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