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Il punto sulle indagini

Omicidio di Terno d’Isola, dal presunto alibi del compagno all’analisi dei tabulati telefonici

Giovedì 1 agosto l'autopsia: l'analisi delle ferite sul corpo di Sharon Verzeni sarà fondamentale per ricostruire la dinamica dell'aggressione e per capire se la vittima si è difesa

Terno d’Isola. È un vero e proprio giallo la morte di Sharon Verzeni, la 33enne accoltellata lunedì notte in strada, in via Castegnate a Terno d’Isola. Gli inquirenti sono al lavoro per cercare di risalire al colpevole dell’omicidio, le prime ore e i primi giorni sono sempre determinanti per raccogliere prove e testimonianze utili alla risoluzione del caso. Fino ad ora nessuna pista è esclusa, anche se alcune sembrano essere più deboli di altre.

Il compagno

La telecamera della videosorveglianza comunale, che si trova nei pressi dell’abitazione di Sharon, l’ha ripresa mentre usciva di casa. Era all’incirca mezzanotte. Quello stesso obiettivo non ha immortalato altro quella notte, perché la donna non è più rientrata nell’appartamento al primo piano di via Merelli. È stata aggredita a meno di un chilometro da casa, ha avuto la forza di chiamare i soccorsi, è stata portata d’urgenza in ospedale ma è morta qualche ora dopo.

Da quello stesso cancello quindi, non è uscito nessun altro. Nemmeno Sergio Ruocco, il compagno di Sharon, che quella sera era stanco ed è andato a dormire senza accompagnarla, come spesso accadeva, nelle sue passeggiate notturne. Per raggiungere il punto in cui la donna è stata aggredita, il fidanzato avrebbe dovuto compiere un tragitto improbabile, scavalcando la finestra, siepi e recinzioni.

Le telecamere

Le immagini delle altre telecamere comunali sono al vaglio degli inquirenti. Non è un lavoro semplice né immediato, e i tecnici sono all’opera per individuare l’esatto tragitto compiuto da Sharon, per verificare la presenza di altre persone, di veicoli sospetti o di qualsiasi elemento possa essere utile all’indagine. Secondo le prime informazioni Sergio Ruocco non comparirebbe in nessuna ripresa, quindi il suo alibi reggerebbe.

Poco credibile l’ipotesi della rapina

Quella sera Sharon è uscita di casa con in tasca le chiavi e il telefonino. Non ha preso il portafogli, non aveva denaro con sé anche perché a quell’ora la maggior parte degli esercizi commerciali è chiusa. Quando è stata aggredita ha avuto la forza di chiamare il 112: “Aiuto, sono stata accoltellata, sono a Terno d’Isola”. Poche parole, poi non è riuscita a fornire altre indicazioni. Il suo telefono è stato localizzato dagli operatori della centrale, poco dopo è arrivata la chiamata di una coppia di fidanzati che passava di lì in auto e, vedendo la donna a terra, si è fermata per soccorrerla. Sono stati loro a fornire informazioni precise sul luogo dell’aggressione e sulle condizioni della 33enne, riversa a terra in una pozza di sangue. Quando i sanitari sono arrivati sul posto, hanno trovato il cellulare vicino alla donna e le chiavi di casa nella sua tasca. Nulla le era stato portato via, quindi l’ipotesi della rapina finita male sembra alquanto improbabile.

Il telefonino

I tabulati telefonici del cellulare di Sharon sono stati acquisiti e analizzati dagli investigatori. Si sa che la sera dell’aggressione, quando è uscita di casa, non ha chiamato nessuno se non il 112 in un’ultima disperata richiesta di aiuto. Ma l’analisi del traffico del suo telefonino potrebbe fornire interessanti spunti agli inquirenti rispetto alle frequentazioni della donna, alle persone con le quali aveva contatti e con le quali scambiava messaggi.

L’arma del delitto

L’arma da taglio usata per colpire la vittima non è ancora stata ritrovata. I carabinieri del Comando provinciale di Bergamo e quelli della Compagnia di Zogno hanno passato al setaccio la zona attorno al punto in cui Sharon è stata aggredita, senza successo. Il sindaco di Terno d’Isola ha chiesto ai cittadini di non gettare la spazzatura per agevolare le ricerche ed è stata chiusa provvisoriamente anche la piattaforma ecologica: i servizi di conferimento rifiuti sono tornati operativi nella mattinata di mercoledì. Chi indaga ha esaminato il contenuto di tutti i cestini presenti sulle vie pubbliche del paese, ma non è spuntato nessun coltello.

L’autopsia

Il pubblico ministero Emanuele Marchisio ha disposto l’autopsia sul corpo di Sharon Verzeni: verrà eseguita nella mattinata di giovedì 1 agosto da Matteo Marchesi, il medico legale dell’ospedale Papa Giovanni. Da un primo esame della salma pare che la 33enne sia stata attinta da 4 fendenti, alla schiena e al torace. L’esame autoptico servirà per determinare con certezza quante coltellate sono state sferrate e in quale posizione si trovano le ferite, elemento molto utile per ricostruire la dinamica dell’aggressione. Sharon è stata colpita alle spalle? Ha cercato di difendersi o non ha fatto in tempo perché presa alla sprovvista? Determinante per rispondere a questo secondo quesito sarà la presenza di eventuali tagli sulle mani o sulla parte posteriore degli avambracci.

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